il caso

Accoltellata a Treviso mentre faceva jogging, il 16enne condannato è tornato in libertà: Cartabia attiva gli ispettori

Nonostante la condanna a sei anni e otto mesi per tentato omicidio (poi scesi a cinque anni in appello) e la confessione di aver scelto la vittima "a caso", una serie di circostanze gli avrebbero permesso di allontanarsi dall'Italia

04 Ago 2022 - 18:46
 © Ansa

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È tornato in libertà il 16enne che il 22 marzo del 2021 in un viottolo di Mogliano Veneto (Treviso) aggredì Marta Novello, una studentessa, allora 26enne, che stava correndo per strada, riducendola in fin di vita con 23 coltellate. Si troverebbe a Londra con la madre. Nonostante la condanna a sei anni e otto mesi per tentato omicidio (poi scesi a cinque anni in appello) e la confessione di aver scelto la vittima "a caso", una serie di circostanze, come riporta il Corriere del Veneto, gli avrebbero permesso di allontanarsi dall'Italia. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, attraverso gli uffici del suo Gabinetto, ha chiesto all'Ispettorato di approfondire la vicenda e svolgere "i necessari accertamenti preliminari, formulando all'esito valutazioni e proposte". Lo si apprende da fonti di via Arenula.

A causa di quello che sembra essere un pasticcio giudiziario, il ragazzino qualche giorno fa è stato scarcerato a Napoli per scadenza il 21 luglio dei termini per la custodia cautelare. Il pm ha chiesto e ottenuto che il giudice per i minorenni, pur facendolo uscire di cella, ne disponesse l'immediato trasferimento in una comunità. Ma perché abbia valore e sia eseguito, un ordine va comunicato in anticipo al suo destinatario. E qui, secondo quanto ricostruito dal legale di Marta, Alberto Barbaro, sarebbe accaduto il disguido.

Il provvedimento non sarebbe staro notificato al ragazzo perché sarebbe stata erroneamente indicata la data del 20 settembre, anziché il 20 luglio, come termine ultimo per la comunicazione. Del minorenne si è persa ogni traccia: voci insistenti lo danno a Londra con la madre che lì lavora come cuoca. Il suo allontanamento, viene precisato, è legale, con i termini di custodia scaduti e in assenza di un ordine del giudice. "A pesare è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta - dice Barbaro - come l'ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l'aggressore affinché sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo?". Nella giovane quell'incontro ha lasciato segni indelebili: ha subito danni gravissimi agli organi interni e solo grazie a diverse operazioni è riuscita a sopravvivere. 

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