la denuncia

Adria (Rovigo), niente posto in Pronto soccorso: mamma e bimbo lasciati nel garage al gelo

A denunciare l'accaduto è la stessa protagonista della vicenda, che ha pubblicato una foto su Facebook. Anche il sindaco è intervenuto: scattano l'indagine interna e le scuse della Direzione

17 Dic 2022 - 18:16
 © Facebook

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Ad Adria, in provincia di Rovigo, una donna e il suo piccolo sono stati lasciati al freddo per ore nel garage dove parcheggiano le ambulanze perché nella sala d'aspetto dell'ospedale Santa Maria Regina degli Angeli non c'era posto, in attesa dell'esito del tampone. A denunciare l'accaduto, è la stessa protagonista della vicenda, che su Facebook ha pubblicato lo scatto desolante, che ritrae la donna seduta con in braccio il bimbo in un locale privo di riscaldamento, se non una piccola stufa di fortuna, che tiene in braccio suo figlio avvolto in una coperta per proteggerlo dalle gelide temperature di questo periodo.

Caso Adria, lo sfogo della donna su Facebook - "Non è nel mio carattere lamentarmi ed esporre certi problemi sui social - scrive la donna sul web - ma questa non potevo non pubblicarla. A voi le considerazioni. Questa è l'accettazione del Pronto soccorso di Adria".

Il commento del sindaco - Appreso quanto accaduto, il sindaco Omar Barbierato ha ottenuto l'assicurazione da parte del direttore dell'Ulss 5, Patrizia Simionato, che la situazione nelle stanze dell'accettazione del Pronto soccorso dell'Ospedale Santa Maria Regina degli Angeli sarà risolta al più presto.

Le scuse della Direzione dell'Azienda Ulss 5 Polesana - Da parte sua la Direzione dell'Azienda Ulss 5 Polesana, in una nota ha espresso indignazione per quanto accaduto, e si è scusata con la famiglia coinvolta e tutti gli utenti. "Purtroppo, questo rappresenta il risultato di una troppo rigida interpretazione delle norme - sottolinea il comunicato - senza tenere conto dei conseguenti effetti sui cittadini".

Avviata un'indagine interna - L'Azienda Ulss 5 annuncia di aver già avviato una indagine interna "tesa a verificare le responsabilità di quanto accaduto, nella certezza che sarebbe bastato applicare le direttive regionali, inviando i bambini subito in area pediatrica, trovando contemporaneamente un locale adeguato per chi attende l'effettuazione del test tampone". Per Simionato "il buon senso deve sempre prevalere, ovviamente nel rispetto della norma". 

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