Gli ultimi accertamenti medico-legali non sono riusciti ancora a identificare l'arma esatta usata dall'assassino. Nulla è emerso dall'esame del Dna del corpo, ritrovato in provincia di Rovigo
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E' morta in seguito a ferite di arma da taglio la donna il cui corpo è ritrovato nel Po a Occhiobello (Rovigo) il 4 aprile. Dopo l'uccisione, alla vittima erano state amputate mani e testa. Ancora non si sa con esattezza quale arma abbia usato l'assassino per ucciderla. Sono gli sviluppi degli ultimi accertamenti medico-legali sul cadavere ritrovato nel Polesine il 4 aprile, chiuso in un borsone che si era arenato su alcuni massi vicino alla riva del fiume.
Le analisi del Dna della donna ancora non hanno rivelato però la sua identità: nulla sarebbe finora emerso infatti dalle comparazioni.
Si sa solo che la vittima non aveva più di 30 anni ed era di pelle bianca. A fare la macabra scoperta erano stati due dipendenti Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) mentre facevano una ricognizione con il motoscafo sulle rive.