Fase sperimentale

Coronavirus, Zaia annuncia l'avvio dei test sierologici in Veneto

Il governatore: "La nostra idea è quella di dare una sorta di 'patente di immunità' a coloro che vengono analizzati"

02 Apr 2020 - 10:18
Il governatore del Veneto Luca Zaia al Tg4: "Avevamo proposto quarantena come metodo di prevenzione, ora abbiamo 25 contagiati e vittime"

Il governatore del Veneto Luca Zaia al Tg4: "Avevamo proposto quarantena come metodo di prevenzione, ora abbiamo 25 contagiati e vittime"

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha annunciato l'avvio in regione dei test "con prova sierologica attraverso il prelievo del sangue" per capire se i pazienti hanno già gli anticorpi e l'immunizzazione al coronavirus. "La nostra Unità di crisi - ha spiegato - ha approvato l'avvio del progetto scientifico". La fase sperimentale partirà "con i dipendenti della sanità e delle case di riposo".

"Per noi in Veneto - ha spiegato Zaia - il test sierologico è l'ultima frontiera. Eravamo conosciuti come quelli dei tamponi (ne abbiamo fatti 105.000), poi per i test con i kit
rapidi, e adesso avremo questa ulteriore evoluzione, più probante scientificamente, con la validazione delle Università di Padova e Verona". L'esame consiste in un prelievo di sangue che poi viene analizzato alla ricerca delle immunoglobuline, "che stanno a indicare se c'è stata o meno l'immunizzazione. Sostanzialmente
"

nuova sperimentazione - spiega una nota della Regione - è stata messa a punto dal prof. Mario Plebani, del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell'Azienda Ospedaliera di Padova, e dal prof. Giuseppe Lippi, dell'Unita' Operativa Complessa Laboratorio Analisi dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Secondo il progetto, mentre alla popolazione generale si possono applicare misure di distanziamento sociale e di isolamento domiciliare, gli operatori sanitari sono esposti ad un alto rischio, visto il loro difficile compito di assistenza. Dati nazionali e delle regioni più colpite indicano una percentuale di tamponi positivi
tra i lavoratori della sanità pari al 20%, stabilendo con certezza la circolazione del virus in una popolazione particolarmente a rischio.

L'indagine, una volta a regime, consentirà di tracciare un cluster di soggetti contagiosi, identificare la positività al di fuori della fascia temporale del test molecolare, monitorare i pazienti in via di guarigione, accertare le potenziali ricadute della malattia.

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