Silvano Maritan racconta in un libro la storia del capo della "mala del Brenta"
Dagli anni '70 ai '90 la "mala del Brenta" adoperò in Veneto e nel Nord-est compiendo rapine e colpi da miliardi di lire. L'organizzazione criminale, l'unica originaria del Nord di stampo mafioso, venne sciolta con l'arresto e il conseguente pentimento del capo Felice Maniero, detto "Faccia d'angelo". A uno a uno saltarono i complici. Oggi a 70 anni e in libertà vigiliata il suo ex luogotenente Silvano Maritan svela, in un libro, i segreti dell'odiato boss.
Per Maritan Maniero "addossò ad altri la resposabilità dei suoi delitti", mandò "innocenti all'ergastolo", concordò "il suo arresto con i servizi segreti deviati" e "nascose il tesoro della banda in conti in Svizzera e Sudafrica". Dopo 33 anni di carcere l'ex braccio destro lancia le accuse al boss che ha raccolto i frutti della sua collaborazione di giustizia con la libertà. Sulla veridicità delle sue affermazioni non ci sono garanzie ma di certo aprano inquietanti scenari su alcuni dei più cruenti anni di piombo.