I due erano andati a cena all'uomo che, dopo averli uccisi, ha chiamato la polizia per confessare l'omicidio
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Una cena tra amici, a Mestre, si è trasformata in un nuovo caso di omicidio a sfondo passionale. Le vittime sono un ingegnere napoletano di 31 anni, Biagio Junior Buonomo, e la sua fidanzata russa di 30, Anastasia Shakurova. Ad ucciderli l'ex compagno di lei, Stefano Perale, 50, un docente formatore, nell'appartamento dell'uomo, al primo piano di una palazzina nell'immediata periferia di Mestre.
E' stato lo stesso Perale, in stato confusionale, a chiamarein piena notte la polizia e confessare: "Venite, ho ucciso duepersone". Quando gli agenti sono arrivati, i segni dellacarneficina erano ancora evidenti, a partire dalla grandemacchia di sangue all'ingresso del condominio. L'uomo ha primafatto bere alla coppia una sostanza narcotizzante, mescolataalle bibite servite a tavola, e poi li ha finiti. Si è accanitoprima sulla sua ex, una bella ragazza dai lunghi capelli castaniche aveva studiato all'Università Ca' Foscari di Venezia,soffocandola in camera da letto, forse con un fazzoletto premutoa lungo sul volto, e poi ha rivolto la sua rabbia contro ilrivale, colpito a sprangate in cucina e finito, secondo una primaipotesi, proprio nell'androne del palazzo, dove Perale lo ha raggiunto mentre l'altro tentava di fuggire.
La macchina nera della vittima, che lavorava nel Venezianoper seguire il progetto del Superjet russo SSJ-100, è rimastaparcheggiata sotto la casa dell'omicida ed è stata più voltesfiorata dagli uomini della scientifica, coordinati dal pm diturno Giorgio Gava, nel loro andirivieni sul luogo del delitto.Mentre i cronisti stazionavano sotto casa, è improvvisamentearrivata la madre dell'assassino, insieme a un parente. Abitapoco lontano ed era stata avvertita da un conoscentedell'affollamento di auto della Polizia davanti alla palazzinadel figlio. Ha chiesto subito a chi le si è parato davanti cosafosse accaduto e sono stati gli stessi giornalisti ad accennarlel'accaduto.
Il legale di Perale, l'avvocato Matteo Lazzaro, ha riferitoche nel primo interrogatorio il suo assistito si è avvalsodella facoltà di non rispondere. "E' molto provato perl'accaduto - spiega -, molto stressato".