Il giudice Valerio De Gioia spiega l'assenza di aggravante dovuta alla relazione sentimentale
"Per l'omicidio di Giulia Cecchettin Filippo Turetta rischia dai 24 ai 30 anni di carcere". Ai microfoni di "Zona Bianca" Valerio De Gioia, giudice esperto nei casi di violenza sulle donne, spiega perché in caso di condanna del 22enne mancano i presupposti per l'ergastolo: "La relazione sentimentale è un'aggravante che porta alla pena massima a patto che la relazione sia ancora in atto mentre in questo caso era già finita quindi la pena è di molto inferiore", argomenta il consigliere presso la Corte d'Appello di Roma. Secondo De Gioia l'assenza dell'ergastolo consentirà alla difesa di chiedere ulteriori riduzioni della pena e Turetta potrebbe così accedere al rito abbreviato.
Nel procedimento penale con il rito abbreviato l'imputato, in cambio di una riduzione dei tempi del processo, ottiene uno sconto fino a un terzo della pena: "Se poi aggiungiamo che durante l'esecuzione c'è una sorta di diminuzione quasi automatica ogni 4 anni, Turetta potrebbe arrivare a 12 anni di reclusione", spiega De Gioia che sull'eventuale dichiarazione dello stato di infermità mentale aggiunge: "In caso di semi infermità scatta un'ulteriore riduzione della pena mentre quando uno non è capace di intendere e di volere può essere addirittura assolto".