Sui genitori di Filippo Turetta: "Mi immedesimo nei loro pensieri"
Ospite in studio a "Quarto Grado" il padre di Giulia Cecchettin racconta il suo primo 8 marzo senza la figlia, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. "Finché ci saranno femminicidi questa giornata non potrà essere una festa ma un momento di riflessione per capire cosa fare per ritrovare fiducia e libertà", spiega Gino Cecchettin. In occasione della Festa della Donna, anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha ricordato Giulia, "la cui tragedia ha coinvolto nell'orrore e nel dolore l'intera Italia", le parole del presidente nel corso della cerimonia al Quirinale.
Su Turetta, che non cita mai nel suo libro "Cara Giulia", Gino Cecchettin lo ricorda come un ragazzo "introverso e timido ma non capace di compiere tali gesta". Poi rivolge un pensiero ai genitori del ragazzo in carcere a Verona. "Mi immedesimo nei loro pensieri, ho pensato alla solitudine che stanno vivendo in quanto genitori di un omicida".
Nello studio del talk show di Rete 4 Gino Cecchettin parla degli ultimi giorni di Giulia, da quel pranzo "ordinario" poche ore prima dell'omicidio all'assenza di atteggiamenti che lasciassero trasparire in lei ansia o pericolo nella relazione con l'ex fidanzato. "Forse avrei dovuto invadere la privacy di una ragazza così brava", spiega il padre.
In merito al processo che dovrà stabilire tra l'altro se c'è stata la premeditazione nel delitto, Gino Cecchettin auspica che la giustizia "faccia il suo corso" ma aggiunge. "Per me è ininfluente, non vorrei che fosse il mio scopo futuro", dice. E annuncia un impegno diretto in una fondazione a sostegno della lotta contro la violenza di genere.