Fotogallery - Deposta la corona d'alloro sulla tomba di Giulia Cecchettin
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Il documento mostra, per la prima volta, le dichiarazioni rese dall'imputato il primo dicembre 2023 nel carcere di Verona
A pochi giorni dall'apertura del processo a Venezia, "Quarto Grado" ha mostrato in esclusiva alcuni estratti dell'interrogatorio in carcere di Filippo Turetta, reo confesso per l'uccisione dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin.
La lite e la prima coltellata - Nelle circa 7 ore di dichiarazioni rese il 1° dicembre 2023, l'imputato, detenuto nel penitenziario di Verona Montorio, racconta agli inquirenti i dettagli dell'omicidio della 22enne commesso poche settimane prima, nella notte tra l'11 e il 12 novembre in un parcheggio della zona industriale di Fossò (Venezia). "Stavamo tornando a casa sua, ci siamo fermati in un parcheggio. Volevo darle un peluche in regalo ma lei si è rifiutata di prenderlo. Mi ha detto che dovevo smetterla di dedicarmi così tanto a lei", racconta Turetta, lo sguardo fisso rivolto verso terra e lunghe pause a scandire un interrogatorio mai interrotto dalle lacrime. "Ero molto arrabbiato, ho preso il coltello che avevo sulla tasca posteriore del sedile e sono uscito di corsa. Lei ha iniziato a correre, l'ho afferrata per un braccio. L'ho minacciata, poi le ho dato una coltellata sul braccio", aggiunge il giovane.
Il viaggio da Vigonovo a Fossò - Alla domanda sulla reazione di Giulia Cecchettin, ferita e caricata sull'auto, Filippo Turetta racconta: "Mentre andavamo da Vigonovo a Fossò si è un po’ alzata e si è messa seduta. Urlava e io ho rallentato, quasi a fermarmi in mezzo alla strada. Poi ha iniziato a dirmi che ero pazzo e di lasciarla andare. Si stava toccando la testa… ho provato a metterle un pezzo di scotch in bocca". Ha provato a toglierselo, è uscita dalla macchina e ha iniziato a scappare. Sono sceso di corsa per fermarla, aveva iniziato a urlare e chiedere aiuto".
L'uccisione - Il racconto di Turetta prosegue con altri dettagli raccapriccianti a partire dalle decine di coltellate inferte sul corpo di Giulia fino a causare il decesso. "Non avrei mai pensato di farle questo. Ho spento il suo cellulare, non riuscivo a trovarlo: ho provato a scuoterla…a urlarle, ma non rispondeva. Ho gettato il coltello e il suo telefono. A poca distanza da Fossò mi sono accorto che mi stavo sporcando un po’: ho guardato e ho visto che mi usciva un po’ di sangue. Mi ero reso conto di quello che avevo fatto… volevo allontanarmi il più possibile", dice l'imputato che poi ripercorre quella notte, dal tentativo di suicidarsi alla fuga in auto verso la Germania.
Al via il processo - Il 23 settembre in Corte d'Assise a Venezia prenderà il via la prima udienza del processo a carico di Filippo Turetta, alla quale la difesa ha annunciato che non sarà presente.
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