Sono un migliaio i giovanissimi tra i 14 e i 18 anni legati al fenomeno delle baby gang che sono stati identificati e segnalati ai rispettivi comuni di residenza
Il centro di Padova al sabato pomeriggio si trasforma in un ring. A fronteggiarsi, come in un appuntamento fisso, decine e decine di giovanissimi che scatenano risse tra i tavoli dei bar e le vie dello struscio. Il prefetto Raffaele Grassi, allora, corre ai ripari e annuncia la nascita di un Osservatorio sul disagio giovanile, per contrastare il fenomeno delle baby gang. Ma non solo. Stila la lista dei cattivi ragazzi tra i 14 e i 18 anni, un migliaio, resisi protagonisti della cronaca e diffonde i nominativi ai comuni di residenza.
Come riferisce Il Corriere della Sera, si tratta di giovani senza alcun precedente penale, nella stragrande maggioranza dei casi, che sono stati identificati dalle forze dell'ordine dopo le mega risse degli ultimi sabati. "Quasi tutti provenienti dalla provincia, molti dei quali stranieri di seconda generazione, che nel fine settimana si danno appuntamento tramite i social per fare a botte", spiega il prefetto.
"Non sono solo ragazzi del circondario, ci sono anche tanti miei coetanei che frequentano le scuole del centro, è diventata una moda quasi trasversale", è la precisazione che arriva a Il Corriere della Sera dal 18enne Marco Nimis, dal 2019 coordinatore regionale della rete degli studenti medi.
Dietro questo fenomeno di massa, che va avanti dalle festività natalizie, sembra non esserci una reale motivazione, ma spaventa il numero dei ragazzi coinvolti, troppi se pensati in proporzione a Padova stessa, città da 200mila abitanti.