"Mi sono ribellata, lo avevo denunciato ed ecco come è finita: nutriva una rabbia profonda e sapeva che così non avrei mai trovato pace", racconta la donna, separata da Alessandro Pontin da 11 anni
"Ero io l'obiettivo, non i miei figli, li ha uccisi per colpire me, perché nutriva una rabbia profonda perché mi sono rifatta una vita giusta con un nuovo compagno". E' ancora sotto shock Roberta Calzarotto, l'infermiera 47enne madre di Francesca, 15, e Pietro, 13, uccisi dal padre Alessandro Pontin, 49, domenica nel Padovano. Dopo la mattanza, l'uomo si è suicidato. "Era un violento, per questo mi sono separata dopo il matrimonio; l'ho denunciato, ma nessuno mi ha creduto", continua a La Repubblica la donna, che era separata da 11 anni. "Mi sono ribellata ed ecco com'è finita, sapeva che così non avrei mai trovato pace", aggiunge.
"Con i figli non è mai stato un violento - aggiunge la mamma di Francesca e Pietro a La Repubblica, - ma non gli è importato mai niente di loro e i ragazzi non erano contenti di andare da lui".
Alla domanda "ha mai chiesto aiuto?", risponde: "Certo, ma gli atteggiamenti che io ritenevo aggressivi non bastavano alle forze dell'ordine. Evidentemente noi donne dobbiamo avere il volto insanguinato per essere credute".
"Dopo la separazione, - continua Francesca Calzarotto, - non mi ha dato quasi nulla: cento euro qua, cento euro là, quell'uomo viveva anche di espedienti, non rispettava gli obblighi inseriti nella sentenza di divorzio".
"Nessuno lo ha fermato - conclude, - e mi ha portato via i miei figli per sempre".