La condanna in primo grado era arrivata nonostante il pmavesse chiesto l'assoluzione
Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola (Padova) che il 25 aprile del 2012 sparò e uccise un ladro sorpreso a rubare nella sua tabaccheria è stato assolto dalla Corte d'Appello di Venezia. I giudici hanno ribaltato la sentenza di primo grado emessa del gup Beatrice Bergamasco che l'aveva condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere e ad un risarcimento danni di oltre 300mila euro nei confronti dei parenti della vittima.
La condanna in primo grado era arrivata nonostante il pm Benedetto Roberti avesse chiesto l'assoluzione. Bersagliata da minacce anche attraverso i social network, il gup Bergamasco era stata posta sotto sorveglianza. Contro la sua decisione si erano schierate molte formazioni politiche, dalla Lega Nord a Forza Italia.
A sollevarsi a suo favore era giunta anche la voce del vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo. "Mi permetta un'ironia, signora giudice: quello che non era riuscito forse a rubare il ladro da vivo - aveva scritto il prelato nelle pagine del settimanale diocesano Nuova Scintilla - glielo ha dato il giudice, completando il furto alla famiglia, un bel vitalizio ottenuto per i suoi familiari, con l'incidente accadutogli nel suo 'lavoro di ladro'!". Oltre la condanna, il vescovo aveva criticato anche la decisione di dare un risarcimento alla madre e alla sorella del ladro. "Se la legge e chi la rappresenta hanno il compito di educare all'uso proporzionato della forza nella legittima difesa - aveva aggiunto il vescovo - non bisogna neanche correre il rischio di trasmettere un messaggio del genere: 'violenti, scassinatori e ladri, continuate tranquillamente la vostra criminale attività, tanto qui siete tutelati per legge, perché nessuno deve farvi del male mentre siete nell'esercizio del vostro 'lavoro'".
Parole pesanti che erano costate a Tessarollo le critiche dell'Associazione nazionale magistrati.