La banca si appresta dunque a chiedere maxi risarcimenti. Sotto accusa Gianni Zonin, presidente per vent'anni dell'istituto veneto
Il danno patrimoniale subito dalla Banca Popolare di Vicenza a causa delle condotte illecite e degli episodi di mala gestione addebitabili alla vecchia gestione si attesterà ad almeno due miliardi di euro. E' quanto si apprende da fonti qualificate, alla luce del contenuto dell'atto di citazione inoltrato dalla banca e notificato a 32 ex esponenti dell'istituto, che contiene una quantificazione parziale dei danni subiti.
Gianni Zonin, presidente per vent'anni della Banca Popolare di Vicenza, è stato "il vero e proprio dominus della banca": "sostenuto da un gruppo di consiglieri e sindaci a lui particolarmente legati" Zonin "era in grado per carisma, autorevolezza e per esperienza, di indirizzare la volontà dell'organo collegiale, lasciando ben poco spazio al confronto dialettico". E' quanto si legge nell'atto di citazione della banca contro 32 ex esponenti di vertice dell'istituto berico.
"La sua capacita di influenza e di indirizzo trova molteplici conferme nel modus operandi della banca. A partire dall'assenza di dialettica collegiale e dalla mancanza di qualsiasi voce critica, che costituiscono un tratto distintivo del consiglio di Bpvi e danno la misura del dominio assoluto esercitato dal presidente su consiglieri e sindaci, regalati al ruolo di semplici spettatori di scelte, all'evidenza, maturate altrove". Un dominio che emergeva, ad esempio, nella scelta dei consiglieri alla cui selezione Zonin "presiedeva", "evitando qualunque forma di discontinuità".
Da Cda e Zonin gravissime negligenze - Il quadro "a dir poco drammatico" in cui si trova la Banca Popolare di Vicenza è figlio di "un modus operandi...di inaudita gravità, riconducibile in primis all'ex direttore generale, Samuele Sorato" ma "reso possibile da comportamenti (e/o omissioni) degli organi collegiali a loro volta improntati a inescusabile e gravissima negligenza". Così prosegue il duro j'qaccuse della Banca Popolare di Vicenza contro i 32 ex amministratori, sindaci e dirigenti.
Da Bce proposta maxi-sanzione 34 milioni - La Bce ha avviato un procedimento sanzionatorio contro la Popolare di Vicenza, contestandole "un'erronea informazione al pubblico" in tema di "requisiti di fondi propri" nei rendiconti al 31 dicembre 2014 e al 31 marzo 2015. Per la Bce i vertici dell'epoca "avrebbero dovuto essere a conoscenza del fenomeno" del capitale finanziato con cui sono stati gonfiati gli indici patrimoniali e ne avrebbe dovuto dar conto nei bilanci. La multa, si legge dall'atto di citazione contro gli ex vertici, ammonta a 34 milioni.