Il messaggio della ragazza a "Pomeriggio Cinque": "Non lo sento da giorni, non mi sento sua figlia"
"Non mi sento sua figlia", così la giovane di Ponzano Veneto (Treviso) dopo aver scoperto che il padre ha lanciato il loro cane da un'auto in corsa, provocandone la morte. In un messaggio inviato alla redazione di "Pomeriggio Cinque" la ragazza spiega la sua reazione dopo aver appreso quanto accaduto. "Quando ho letto l'articolo ho chiesto subito spiegazioni a mio padre che prima ha negato e poi ha confermato, più o meno, di essere stato lui", fa sapere a Canale 5.
Il messaggio - "Quando ho letto l'articolo ho chiesto subito spiegazioni a mio padre che prima ha negato e poi ha confermato, più o meno, di essere stato lui. Ora come ora non mi sento figlia di mio padre. Può essere mio padre a livello biologico, ma è l'equivalente di uno sconosciuto in questo momento e penso che non lo perdonerò mai. Non lo sento da giorni e sinceramente non ho neanche la voglia di sentirlo perché per me non esiste. Penso che non la capirà mai questa cosa, mi disgusta. Voglio che sia fatta giustizia per piccolina, non tanto per me non importa, ma per lei una creatura indifesa che ha subito del male che non doveva subire", dichiara la giovane che aveva già denunciato, attraverso alcune storie Instagram, il padre accusandolo della morte della cagnolina in famiglia da 18 anni.
La vicenda - L'uomo avrebbe gettato il cane di 18 anni con l'intento di sbarazzarsene perché malato. Ad accorgersi dell'accaduto alcuni passanti che hanno sentito i guaiti dell'animale avvolto in un lenzuolo, ma ormai già in fin di vita. La cagnolina di nome Piccola è poi morta tra la notte del 16 e del 17 marzo. L'uomo è stato poi individuato e denunciato ai carabinieri. Subito dopo la figlia si è sfogata sui social e ha accusato il padre della morte di Piccola. "Voglio che la gente sappia - scriveva - per quello che sto affrontando ora che sono lontana da casa. Non accetto la morte di Piccola, nessuno si merita una morte del genere. Quello che chiedo è di diffondere il più possibile questa storia e che il colpevole paghi le conseguenze di aver fatto soffrire una creatura indifesa. Non capisco come sia riuscito a fare una cosa del genere dopo quasi 18 anni passati con lei".