Le falde acquifere sono state contaminate dai Pfas, sostanze altamente nocive per l'uomo
Una grave emergenza sta colpendo il Veneto. Le acque delle falde acquifere di alcune zone del Vicentino, del Veronese e del Padovano sono inquinate dai Pfas, ovvero da sostanze chimiche usate nell'industria per rendere impermeabili tessuti e rivestimenti, a confermarlo è uno studio dell'Istituto Superiore della Sanità. L'area più colpita è quella compresa tra i comuni di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego, in provincia di Vicenza. Mentre la zona di controllo, a impatto minore, interessa i comuni di Mozzecane, Dueville, Carmignano, Fontaniva,Loreggia, Resana e Treviso.
60mila persone a rischio - I Pfas, secondo le ricerche effettuate, possono causare colesterolo alto, ipertensione, alterazione dei livelli del glucosio, effetti sui reni, patologie della tiroide e, nei soggetti più esposti, tumore del testicolo e del rene. A rischio ci sarebbero 250 mila persone in Veneto, quelle che hanno bevuto spesso l'acqua del rubinetto, mentre le più esposte alla contaminazione nelle zone interessate in questo momento son 60mila.
Lo studio dell'ISS - La conferma del pericolo arriva dai primi test effettuati dall'Istituto Superiore della Sanità che, il 20 aprile, ha pubblicato un report con gli esiti del biomonitoraggio. Lo studio ha confermato la presenza massiccia di acidi nel sangue dei cittadini che vivono nella aree esposte.
Un'azienda sotto accusa - Il primo allarme inquinamento risale al 2013 e la Regione aveva cercato di far fronte al problema installando dei filtri negli acquedotti in modo da eliminare le sostanze nocive. Sotto accusa un'azienda che produceva Pfas fino al 2011 e che però nega ogni responsabilità. In ogni caso, i filtri installati hanno migliorato la situazione anche se i test e i controlli sulla popolazione continuano.