DOPO 16 ANNI

Venezia, fu vittima di razzismo: medico è diventato cittadino italiano

Ad agosto un uomo si rifiutò di farsi curare da lui perché di colore

26 Dic 2022 - 16:31
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L'estate scorsa, mentre stava operando per la stagione estiva al pronto soccorso di Lignano Sabbiadoro (Udine), un paziente si rifiutò di farsi curare da lui per il colore della sua pelle. Oggi il medico di origine camerunense Andi Florin Nganso Fenjiep, di 35 anni, dopo 16 anni nel nostro Paese è diventato cittadino italiano. Ngaso, molto noto e apprezzato nella zona, un paio di giorni fa ha giurato ufficialmente e ha ricevuto la Costituzione dalle mani di Marco Sarto, sindaco di Caorle (Venezia), dove risiede.

La dedica a chi è ancora senza cittadinanza

  Ha assicurato che il suo "impegno per la giustizia sociale non finirà", ha scritto il quotidiano Messaggero Veneto, e ha dedicato "questa giornata al milione di italiani senza cittadinanza". L'uomo ha spiegato di essere "nato a Varese, la mia città", poi di essere "nato una seconda volta nelle aule della facoltà di medicina all'Università dell'Insubria" dove ha avuto modo di "rafforzare un'identità complessa, mista, elaborata e orgogliosa. Sono stati anni di lotta, accettazione e di acquisizione di consapevolezza". L'Italia, ha detto, "è il nido dal quale ho deciso di permettere alla mia energia di fiorire sul mondo. Sono felice di poterlo fare con maggior serenità da ora".

Gli insulti razzisti: "Non mi faccio curare da lui, è di colore"

  Il 17 agosto un uomo di 59 anni, P. B. A., lavoratore stagionale a Lignano Sabbiadoro e residente a Treviso, dove risultava essere "senza fissa dimora", giunto al pronto soccorso di Lignano aveva rifiutato di farsi curare dal medico di colore e anzi aveva protestato con tanta vivacità da far accorrere una pattuglia di carabinieri, che aveva fatto rapporto sul caso, per una valutazione da parte del magistrato della procura di Udine. Andi Nganso aveva presentato querela, non "per desiderio di una giustizia unicamente personale", ma per "l'esigenza di manifestare un atto di resistenza a un odio e a un razzismo che non solo esistono in questo Paese, ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate", spiegò all'epoca.

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