Finiti i sei mesi di malattia retribuita, i lavoratori della azienda di Dueville hanno "donato" ciascuno un giorno di ferie alla donna in coma per garantirle lo stipendio
A Dueville, la Unicomm, azienda nel vicentino, ha sorpreso tutti con una storia di solidarietà e amicizia. Ben 173 dipendenti hanno donato un giorno delle loro ferie a una collega gravemente malata dopo la scadenza dei sei mesi retribuiti. In questo modo i lavoratori hanno assicurato 2272 ore di congedo, corrispondente a un anno e mezzo di stipendio assicurato.
La 40enne, madre di un bambino, è entrata in coma dopo essere stata colpita da un aneurisma lo scorso giugno. Finora ha subito un delicato intervento chirurgico ma la via della guarigione è lunga e difficile. L'azienda aveva fatto tutto ciò che era in suo potere, concedendo permessi e ferie arretrate, destinate tuttavia a finire troppo presto. Così, di fronte all'inabilità della società, i colleghi hanno trovato una soluzione legale: le "ferie solidali".
Ferie solidali - La novità, contenuta nell'articolo 24 del decreto legislativo, mira a semplificare i rapporti di lavoro e a legittimare iniziative di solidarietà tra lavoratori. I dipendenti possono cedere gratuitamente ferie ai colleghi che hanno figli minori che necessitano di presenza fisica e cure. Le condizioni per mettere in atto le "ferie solidali" sono le seguenti: sono cedibili solo le ferie eccedenti (oltre le 4 settimane l'anno) e solo i colleghi che lavorano per lo stesso datore di lavoro e che svolgono mansioni paritarie possono "regalare" le loro ore. Il decreto è stato integrato dalla clausola che prevede un "meccanismo di solidarietà" tra lavoratori in base al quale si può cedere volontariamente permessi e rol per aiutare colleghi che "per gravi comprovati motivi documentabili" abbiano terminato la propria dotazione contrattuale.