La 21enne è morta in Laguna dopo un bagno fatto alla fine dello spettacolo pirotecnico della festa del Redentore
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Linda Zennaro, la 21enne veneta morta dopo essersi tuffata a Malamocco nella parte meridionale dell'isola del Lido di Venezia, lavorava in un bar e frequentava un corso per tatuatori a Campalto. "Sarebbe stata bravissima, era la sua passione", racconta all'indomani della tragedia il fratello Alvise su Venezia Today. L'incidente in cui la sorella ha perso la vita è avvenuto nel weekend mentre erano ancora in corso i festeggiamenti della Notte del Redentore. Alla fine dei fuochi Linda ha fatto un bagno, ma non è più riemersa. "Era la cosa più bella che avevo. Ho perso il mio unico punto di forza. Ho perso tutto" dice il fratello, non riuscendo a trattenere le lacrime. Attorno a lui parenti e amici: insieme provano a ricostruire cosa è successo in quelle ore e chi era Linda.
La 21enne era uscita con il suo fidanzato Giacomo, 28enne, per andare a vedere i fuochi d'artificio organizzati per la festa. Avevano raggiunto assieme gli Alberoni all'estremità dell'isola e, all'altezza del faro Rocchetta, si sono seduti a parlare. Dopo lo spettacolo pirotecnico, Linda avrebbe deciso di fare un bagno. Si è immersa da sola. Poi, a un certo punto ha smesso di rispondere, "il suo ragazzo ha pensato subito a uno scherzo - racconta lo zio -. Anche perché mia nipote era fatta così. Prendeva un po' tutto per gioco". "Smettila adesso. Non fare la sciocca", le avrebbe detto il giovane. Quando ha capito che non era un gioco è stato proprio il fidanzato a chiamare i soccorsi.
"Nuotava come un pesce. Forse è morta per un malore. Ma è stato un incidente. La sensazione nostra è questa - continua lo zio - . So che mio fratello (padre di Linda ndr) ha incontrato il fidanzato della figlia. Lo ha consolato. È distrutto anche lui. Si sente in colpa". Da una prima ispezione del corpo, il medico legale avrebbe in effetti ipotizzato un malore, ma sarà necessario un esame più approfondito per accertare le cause della morte in seguito alle quali il pm deciderà se disporre o meno l'autopsia. Lo zio conclude il suo racconto sottolineando la vicinanza della comunità: "Centinaia di amici sono venuti da noi. Alcuni piangevano, tante persone ci hanno manifestato il loro dolore". Vicine alla famiglia anche le istituzioni. Il presidente della Municipalità di Favaro, Marco Bellato, ha espresso a nome di tutti il cordoglio della comunità per la morte della ragazza.
"Linda aveva un sorriso contagioso - continua il fratello Alvise -. Di lei scrivete solo cose belle". "Vi scongiuro di lei dite tutto il bene che potete - ribadisce il cugino, al suo fianco -. Era come una bambina: gioiosa, allegra e piena di vita". Secondo quanto raccontato dai parenti, quella notte dopo i fuochi Linda e il suo fidanzato sarebbero dovuti andare a una festa. Non ci sono mai arrivati.