La testimonianza della donna che divideva l'appartamento con il 55enne che avrebbe accoltellato i genitori: "Voleva suicidarsi ma l'ho convinto a costituirsi"
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"Alle 5 del mattino è venuto a bussare alla porta della mia stanza. Mi ha detto: 'Stasera li ho uccisi. Ho ucciso mia mamma e mio papà'”. È il drammatico racconto al Corriere della Sera, della donna che condivideva un appartamento con Osvaldo Turazza. Il 55enne è stato arrestato ieri a Verona con l'accusa di duplice omicidio dei genitori, Giampaolo Turazza e Wilma Vezzaro, che lo avevano adottato.
Una vita difficile, quella di Osvaldo Turazza, segnata da problemi di droga e, di conseguenza, anche con la giustizia. Reati contro la persona, guida sotto l’effetto di stupefacenti e, nel 2019 in Germania, sembra fosse rimasto coinvolto in un’inchiesta per traffico di sostanze. Un rapporto difficile anche con i genitori adottivi, descritti dai vicini come persone gentili e riservate, amanti degli animali, in particolare dei gatti. Da qualche tempo, l'uomo era andato via di casa, risultava senza fissa dimora ma divideva l'appartamento con Sara. Andava a trovare i genitori e i litigi erano all'ordine del giorno. Le ipotesi al vaglio degli investigatori circa il movente dell’omicidio si muovono nel contesto dell’uso di droga, con la continua necessità di ottenere soldi dai genitori. Turazza, figlio unico adottato dalla coppia – scrive la Finanza – da tempo non viveva più con la madre e con il padre pur mantenendo con loro «rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane». Lunedì sera la donna aveva notato un taglio sulla mano di Turazza ma non si era detta affatto insospettita: "Mi ha detto di esserselo procurato al lavoro, gli ho creduto e ho preso il disinfettante per medicargli la ferita. Pareva tranquillo, e sono andata a dormire".
Nell'ultimo periodo, Turazza era ancora in balìa delle dipendenze da stupefacenti. "Era sempre a corto di soldi, me ne doveva un bel po', lo lasciavo dormire sul divano" spiega la sua coinquilina. Dopo aver bussato alla porta ed essere entrato nella stanza, il 55enne ha cominciato il suo racconto. "Mi ha spiegato che sua madre stava cucinando e, per scherzare, le ha sventolato davanti un coltello da cucina. Ma nel farlo l’ha ferito alla mano, per errore". È per questo che avrebbe perso il controllo. Il racconto continua e si fa più crudo: "Ha afferrato il coltello e le ha tagliato la gola. Ma lei era ancora viva. A quel punto è arrivato il papà, urlando, e lui gli ha piantato la lama in corpo, uccidendolo davanti agli occhi della madre. Poi è morta anche lei".
"Quando ha finito di dirmi quelle cose, ero sconvolta. Ho preso la bottiglia e mi sono ubriacata per stordirmi. Avrei voluto cancellare tutto. Mi sono risvegliata nel pomeriggio e Osvaldo era ancora in casa. Ho pensato avesse fame e ho preso un ananas ma lui ha afferrato il coltello e se l’è puntato al petto minacciando di suicidarsi." Racconta Sara: "Ci ho messo un po’ a convincerlo a non farlo. Gli ho detto che invece doveva consegnarsi e lui mi ha risposto che ci stava già pensando". Poi, i due si sono diretti insieme verso la caserma della Guardia di Finanza. "Ci abbiamo girato intorno tre volte senza che nessuno ci chiedesse cosa ci stessimo a fare, lì davanti. Poi lui si è deciso, ha preso il telefonino e ha composto il numero per emergenze". Ora gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire il movente dell'omicidio.