La causa

Verona, ricorso in tribunale per una coppia di mamme: i loro figli non sono riconosciuti come fratelli

Nel 2018 si sono unite civilmente adottando rispettivamente i figli della compagna. I bambini però non sono stati ancora riconosciuti dalla Legge nemmeno come parenti

07 Ott 2020 - 12:27
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Si chiamano entrambe Elena, di 34 e 33 anni, quest'ultima conosciuta da tutti come Né, cittadine veronesi. La coppia, unitasi civilmente nel 2018, ha due figli, nati da Elena nel 2017 e da Né nel 2018 e poi adottati dalla rispettiva compagna, ma non ancora ancora riconosciuti dalla Legge come fratelli. La loro fu la prima stepchild adoption della provincia di Verona, e ora finirà davanti a un giudice.

La causa - La sentenza del tribunale di Venezia è attesa in queste settimane e dovrà esprimersi in merito al "vincolo di fratellanza" dei bambini. La richiesta delle due veronesi infatti, non è quella di riconoscere Elena come mamma del bambino, ma di riconoscere l'unione familiare che lega i due figli. Secondo la Legge infatti, i due oltre a non avere gli stessi genitori, non risultano né fratelli né parenti. Ma il loro caso, evidenziato dal Corriere del Veneto, non è il primo. Esiste infatti un precedente molto simile avvenuto a Bologna quest'estate. Il Tribunale in quel caso, aveva riconosciuto come fratelli i figli di una coppia di donne dell'Emilia Romagna, la prima madre biologica di una bimba di 9 anni, e la seconda di due gemelli di cinque, con rispettiva adozione "incrociata" da parte delle madri. Situazione uguale a quella veronese.

"Abbiamo deciso di aprire un nuovo fronte legale, così i nostri bambini avranno una battaglia in meno da combattere quando saranno più grandi" ha dichiarato Né. Dal punto di vista legale, il rapporto di fratellanza supera quello psicologico avanzato dalle madri che li vedono vivere insieme. Come spiega infatti la loro legale, Valentina Pizzol, attribuire questo valore ai bimbi significa fargli acquisire diritti e doveri come "l'obbligo di assistenza familiare all'ingresso nell'asse ereditario".

"Se il giudice ci darà ragione si toglierà di mezzo un pretesto a chi, in futuro, volesse tentare di sostenere che i nostri figli sono diversi dagli altri solo perché hanno due mamme invece che una madre e un padre. Ciascuno di loro avrà due genitori che lo amano e un fratello che lo accompagnerà nella vita". Ha concluso Né, in attesa che il tribunale di Venezia sentenzi la propria decisione sul caso.

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