Le meditazioni del Santo Padre alla celebrazione del Venerdì Santo al Colosseo: "Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, che a Pasqua ti sono state vicine. Vogliamo amarti nei bimbi non nati"
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Nelle sue meditazioni per la Via Crucis al Colosseo, Papa Francesco dice che è possibile anche oggi vedere Gesù Cristo crocifisso "nei Cristi umiliati dalla prepotenza e dall'ingiustizia, da guadagni iniqui fatti sulla pelle degli altri nell'indifferenza generale". E continua: "Ora capisco questa tua insistenza nell'immedesimarti con i bisognosi: tu sei stato carcerato, straniero, condotto fuori dalla città per esser crocifisso, nudo, spogliato. Fa' che ti veda nei sofferenti e che veda i sofferenti in te".
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"Perché tu sei lì - riprende il Santo Padre nella sua preghiera -, in chi è spogliato di dignità. La sofferenza con Dio non ha l'ultima parola". Queste sono alcune delle riflessioni, raccolte sotto il titolo "In preghiera con Gesù sulla Via della Croce", tema delle meditazioni che, per la prima volta in questo pontificato, sono state scritte direttamente da Bergoglio.
La Via Crucis che si tiene al Colosseo guarda anche alle donne. E il pontefice sottolinea, in riferimento all'ottava stazione ("Gesù incontra le donne di Gerusalemme"), che le donne al Calvario "non hanno voce ma si fanno sentire. Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, loro che a Pasqua sono state fedeli e vicine a te, ma che ancora oggi vengono scartate, subendo oltraggi e violenze. Gesù, le donne che incontri si battono il petto e fanno lamenti su di te. Non si piangono addosso, ma piangono per te, piangono sul male e sul peccato del mondo".
"Gesù, fa' che ti riconosca e ti ami nei bimbi non nati e in quelli abbandonati - continua la preghiera del Papa -. In tanti giovani, in attesa di chi ascolti il loro grido di dolore, nei troppi anziani scartati, nei detenuti e in chi è solo, nei popoli più sfruttati e dimenticati".
Il Santo Padre non dimentica chi vive ogni giorno con la guerra e prega così: "Gesù, questa preghiera di intercessione raggiunga le sorelle e i fratelli che in tante parti nel mondo soffrono persecuzioni a motivo del tuo nome; coloro che patiscono il dramma della guerra e quanti, attingendo forza in te, portano croci pesanti. Gesù, con la tua croce hai fatto di tutti noi una cosa sola: stringi nella comunione i credenti, infondi sentimenti fraterni e pazienti, aiutaci a collaborare e camminare insieme; custodisci la Chiesa e il mondo nella pace. Gesù, giudice santo che mi chiamerai per nome, liberami dai giudizi temerari, dai pettegolezzi e dalle parole violente e offensive. Gesù, prima di morire dici 'è compiuto'. Io, nella mia incompiutezza, non potrò dirlo; ma confido in te, perché sei la mia speranza, la speranza della Chiesa e del mondo".
E ancora: "Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie? Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare? Scuotimi dentro, dammi la grazia di piangere pregando e di pregare piangendo".
Bergoglio ricorda anche coloro che sono offesi sui social e dice: "Gesù, tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze". La preghiera viene rivolta nella sesta stazione ("Gesù riceve conforto dalla Veronica che gli asciuga il volto"), dove il Papa ricorda che "mentre tanti urlano e giudicano, una donna si fa strada in mezzo alla folla. Non parla: agisce. Non inveisce: s'impietosisce. Va controcorrente: sola, con il coraggio della compassione, rischia per amore, trova il modo di passare tra i soldati solo per darti sul volto il conforto di una carezza. Il suo gesto passerà alla storia ed è un gesto di consolazione".