Poco tempo fa la Commissione europea aveva dato il via libera al passaggio di creme e gel senza limitazioni negli scali con scanner di ultima generazione
aeroporto © Ufficio stampa
Anche negli aeroporti con gli scanner di nuova generazione torna il limite dei 100 ml per il trasporto dei liquidi nel bagaglio a mano. Poco tempo dopo l'eliminazione della regola negli scali dotati di detector EDS-C3, la Commissione europea fa marcia indietro: dal 1° settembre dovranno introdurre le stesse norme previste per i vecchi macchinari.
I detector di nuova generazione permettono (almeno fino al 31 agosto) di portare nel bagaglio a mano liquidi, creme e gel di qualsiasi peso senza doverli tirare fuori. Questo tipo di scanner riesce a controllare in modo rapido e ancora più nel dettaglio il contenuto di zaini, borsoni e trolley, il sistema è dotato di un software che riconosce direttamente eventuali esplosivi. Le immagini tridimensionali e ad alta risoluzione consentono di non dover aprire il bagaglio per mostrare ai varchi liquidi, creme, computer portatili o altri dispositivi elettronici.
Come riporta il Corriere della Sera, a maggio Bruxelles ha rivelato di aver "ricevuto informazioni tecniche indicanti che una configurazione specifica dei sistemi per il rilevamento di esplosivi per il bagaglio a mano conformi allo standard C3 non soddisfa le prestazioni richieste per quanto riguarda lo screening di liquidi, aerosol e gel". Solo per l’esemplare Hi-Scan 6040 CTiX realizzato dalla britannica Smiths Detection e l’algoritmo di rilevamento "20-50-00" era stato deciso un limite di 330 ml. Ora, la Commissione europea ha fatto sapere che "le informazioni tecniche ricevute dalla Commissione e convalidate dagli Stati e dai laboratori Ecac (Conferenza europea dell’aviazione civile, ndr) hanno evidenziato la necessità di riesaminare le configurazioni esistenti dei sistemi Edscb conformi allo standard C3". Per questo motivo tutti i sistemi conformi allo standard C3 progettati per lo screening del bagaglio a mano a cui è stato accordato il "marchio Ue" o lo status "in attesa di marchio Ue prima del 1° agosto 2024 possono essere usati per lo screening dei liquidi soltanto con un limite massimo dei singoli contenitori che non superi i 100 ml", si legge nei documenti ufficiali inviati alle società di gestione aeroportuale.
Come riporta La Repubblica, Aci Europe segnala che "la nuova restrizione significa che quegli aeroporti che hanno già investito in scanner C3 per migliorare l'esperienza dei passeggeri e la loro efficienza operativa sono fortemente penalizzati, poiché pochi dei benefici associati all'uso di questa tecnologia all'avanguardia si materializzeranno. L'acquisto di scanner C3 è in media otto volte più costoso delle macchine di screening a raggi X convenzionali, mentre i costi di manutenzione operativa sono quattro volte più alti". Tra le strutture italiane che hanno adottato la nuova tecnologia ci sono Milano Malpensa, Linate e Roma Fiumicino.
"La sicurezza non è negoziabile - è il commento del direttore generale di Aci Europe, Olivier Jankovec - è in cima alle priorità per gli aeroporti europei. Pertanto, tutti gli aeroporti rispetteranno pienamente la nuova restrizione. Tuttavia, resta il fatto che quegli aeroporti che sono stati i primi ad adottare questa nuova tecnologia sono stati pesantemente penalizzati sia a livello operativo che finanziario. Avevano preso la decisione di investire e distribuire gli scanner C3 in buona fede, basandosi sul fatto che l'Ue aveva dato il via libera a questa apparecchiatura senza alcuna restrizione. La decisione di imporre ora significative restrizioni al loro utilizzo mette in discussione la fiducia che il settore può riporre nell'attuale sistema di certificazione Ue per le apparecchiature di sicurezza dell'aviazione. Dobbiamo trarre lezioni da questa situazione e assicurarci che il sistema di certificazione Ue fornisca la necessaria certezza giuridica e stabilità operativa per il futuro".
"La misura adottata dalla Commissione è una misura temporanea in seguito al fatto che sono stati rilevati alcuni problemi tecnici nel funzionamento di queste macchine. Si tratta di problemi temporanei e finché non saranno risolti, torneremo semplicemente alle pratiche che si applicano in assenza di queste macchine", ha spiegato il portavoce della Commissione europea, Adalbert Jahnz