A “Mattino Cinque” la testimonianza di Gina, che tre anni fa è stata stuprata e seviziata da un uomo ricoverato nella struttura sanitaria dove lavorava: “Mi sono finta morta per scampare al mio aguzzino”
“Mi ha portata in macchina, ha preso una stradina di campagna e lì ho subito la violenza. Mi accoltellava e rideva. Pensavo che sarei morta dissanguata”. È il tragico racconto di Gina a “Mattino Cinque”. La donna tre anni fa ha subito una violenza ad Avezzano, in provincia dell'Aquila, da parte di un uomo che si trovava nella struttura sanitaria dove lavorava. Oggi al colpevole è stato concesso il rito abbreviato: “Ma io di sconti non ne ho avuti”, spiega la donna ricordando i momenti della violenza subita.
Gina si è finta morta per scampare al suo aguzzino: “Ho subito due ore di tortura. Accoltellamento, strangolamento, stupro, di tutto”, spiega ancora con voce ferma, appellandosi alle donne affinché denuncino ma anche nei confronti di chi avrebbe dovuto proteggerla. “Le leggi non funzionano”, spiega la donna raccontando che il colpevole era entrato in manette nella struttura ma poi, libero, aveva ottenuto un coltello. L'uomo aveva già commesso violenze nei confronti di altre donne. “Finché non avrò giustizia io non mi fermo”, conclude poi Gina che racconta di aver ritrovato la forza di vivere solo grazie ai suoi figli.