"Le Iene" raccolgono la testimonianza di Rachid, che ha scontato una pena in diverse strutture penitenziarie
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"Qua la legge siamo noi. Comandiamo noi, né avvocati né giudici”. E' questa una delle frasi scioccanti che Rachid, ex detenuto nel carcere di Parma, si è sentito dire dalle guardie giurate e che è riuscito a registrare - come ha raccontato a Le Iene - grazie a un dispositivo mp3 che un’altra guardia gli aveva nascosto in una pagnotta perché "stanco di vedere i miei colleghi che picchiano i detenuti".
Rachid ha poi parlato di un uomo morto all’interno del carcere nel febbraio del 2011. "Ho detto alla guardia ‘Sta male. Chiama il dottore per favore’ - ha raccontato - E lui mi ha risposto: 'No, tranquillo, sta bene'". L'ex carcerato avrebbe anche avvisato la seconda e la terza guardia che hanno dato il cambio alla prima. La mattina dopo il detenuto è morto. Nei giorni successivi, Rachid ha incontrato la terza guardia e, come suo solito, ha registrato. "Per me russava, non stava male", si è sentito dire.
Il testimone de Le Iene ha poi cambiato diverse strutture penitenziarie, "soggiornando" anche a Piacenza. "Il peggior carcere che io abbia mai visto", ha detto, parlando di torture, giorni passati in una cella senza finestre con escrementi e sangue. Un inferno che lo ha spinto a chiedere aiuto a Vittorio Ferraresi, parlamentare del M5S e membro della Commissione Giustizia. L’onorevole ha fatto irruzione a sorpresa nel carcere e ha confermato lo stato di degrado.