Fotogallery - Morto a Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia
© Ansa
© Ansa
Il figlio dell'ultimo re d'Italia la notte tra il 17 e 18 agosto 1976 sparò dalla sua barca ormeggiata sull’isola di Cavallo in Corsica dopo il furto del suo gommone e il giovane morì dopo 4 mesi di agonia
Il nome di Vittorio Emanuele di Savoia - morto a Ginevra all’età di 86 anni - è legato a diverse cronache giudiziarie e scandali ma è sempre stato prosciolto dalle accuse più gravi, condannato solo per porto abusivo di armi da fuoco a sei mesi con la condizionale. La vicenda più clamorosa riguarda l’accusa di avere ferito, nel 1976, il 19enne Dirk Hamer, sparando dalla sua barca ormeggiata sull’isola di Cavallo: il giovane morì dopo 4 mesi di agonia.
La vicenda - Il figlio dell'ultimo re d'Italia la notte tra il 17 e 18 agosto 1976 era in rada con la sua barca davanti all'isola di Cavallo in Corsica. Stava dormendo quando il rumore di alcuni ragazzi lo svegliò. Il gruppetto allegro, alcuni ospiti del Coke del playboy Nicky Pende, ex di Stefania Sandrelli, stavano rubando (in realtà prendendo in prestito) il gommoncino del principe per raggiungere la riva. Il principe andò su tutte le furie, caricò la sua carabina e salì a bordo del Coke per chiedere spiegazioni, ma la situazione degenerò.
Vittorio Emanuele sparò un colpo in aria e subito Pende gli fu addosso. Nella colluttazione però partì un altro colpo che colpì una barca vicina, il Mapagia. Il proiettile sfondò la carena e centrò la coscia dello studente tedesco di 19 anni Dirk Geerd Hamer, figlio del medico tedesco Ryke Geerd Hamer. Il giovane morì a dicembre dopo una lunga agonia.Vittorio Emanuele di Savoia fu arrestato con l'accusa di omicidio e finì a processo in Francia, perché il fatto era accaduto in Corsica.
© Ansa
© Ansa
Il processo e l'assoluzione - Al processo la difesa del principe sostenne che c'erano altre persone sulla barca che avrebbero sparato durante la discussione, ma erano fuggite in seguito e non erano mai state identificate dalla gendarmeria. Gli investigatori francesi però non riuscirono mai a perquisire o a effettuare una perizia scientifica sulla fiancata del Mapagia, dove dormivano i turisti tedeschi al momento del ferimento di Dirk, perché l'imbarcazione (di proprietà della famiglia Leone) venne inviata in Sardegna dove fu smantellata. Inoltre l’accusa inciampò anche sul calibro del proiettile killer, che non risultava in dotazione alla carabina utilizzata da Vittorio Emanuele. Così la corte parigina nel 1991 prosciolse il principe dall'accusa di omicidio, e lo condannò a sei mesi, con condizionale, per porto d'ama abusivo.