L'installazione di 30 metri domina un alto belvedere tra i monti Nebrodi e il mare. Realizzata nel 2010 dallo scultore Staccioli e commissionata dall'imprenditore Antonio Presti. Ogni anno raduna centinaia di persone per celebrare il trionfo della luce sull'oscurità
La Piramide della luce a Motta D'Affermo © Instagram
Viviana era in fuga da qualcosa o alla ricerca di qualcuno, diretta probabilmente verso un punto geografico che non è mai riuscita a raggiungere. Si dice che nel giorno della sua scomparsa volesse raggiungere Motta d'Affermo, un paese a mezza costa tra i monti Nebrodi e il mare. Lo dicono i suoi familiari. Raccontano che nei giorni precedenti, Viviana avesse chiesto informazioni sulla "Piramide della Luce", l'imponente installazione che domina un alto belvedere affacciato sul mar Tirreno proprio di fronte agli scavi dell'antica Halaesa, la città siculo-greca fondata nel 403 a.C. Un lembo di terra denso di suggestioni mistiche, ricordi lontani e fantasie, in una Sicilia così asciutta e poco incline al magico.
Realizzata nel 2010 dallo scultore di Volterra Mauro Staccioli e commissionata dal mecenate Antonio Presti, ideatore del parco artistico Fiumara d'Arte e proprietario del museo-albergo Atelier sul Mare, l'opera arricchisce il parco scultoreo più grande d'Europa. Alta 30 metri, in realtà la Piramide ha un nome: 38° Parallelo, quello stesso parallelo sul quale, nell'altro emisfero, passa il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Ma per tutti è la Piramide.
Vuota dentro, è stata realizzata con centinaia di lastre di acciaio corten: uno speciale materiale che a contatto con l'aria si ossida e assume un colore bruno intenso. Al tramonto i raggi del sole calante accendono di rosso tutta la struttura e la luce penetra all'interno attraverso un taglio sullo spigolo orientato a Nord-Ovest, in direzione di Cefalù. E come tutte le opere che guardano al cielo, attira inevitabilmente sogni e incubi.
"Il significato di questa struttura è la perfetta sintesi di coesistenza degli opposti." Il suo ideatore Staccioli, scomparso ormai due anni fa, nel giorno dell'inaugurazione della Piramide, dava alla stampa locale la sua spiegazione dell'opera quale "immagine a tre punte, i cui vertici rappresentano Arte, Religione e Filosofia. In una parola: la Sicilia." Un'immagine perfetta, quella del triangolo, che invita gli uomini a meditare sul destino ammonendoli per aver creato "una società sottomessa alla dittatura del consumismo che ha smarrito ogni senso di bellezza e ogni ricerca di giustizia".
La Piramide della luce a Motta D'Affermo
Viviana e Gioele non sono mai arrivati lassù. Forse lei ci ha provato, magari alla ricerca di un po' di quiete dopo un periodo di forte stress emotivo. Alla Piramide infatti è legato il "rito della luce" un evento che si tiene ogni anno a giugno, nelle ore che coincidono con il solstizio d'estate. Il primo giorno di una nuova stagione, che invita al risveglio e alla rinascita. Una scelta simbolica per evocare quel tempo sacro che la Piramide rappresenta "quando le ore di luce e di buio sono uguali, metafora del delicato equilibrio di forze opposte e contrarie."
Solo in questa occasione la Piramide viene aperta e si tiene un vero festival che attira decine di artisti e migliaia di persone "con l'obiettivo" - ha spiegato lo stesso Antonio Presti, fondatore della Fiumara - "di consegnare alle nuove generazioni l'opportunità di riunirsi ogni anno per scegliere ogni volta il trionfo della luce."