Pavia

Infanticidio a Voghera, la regola dei parenti: "Uno di noi sempre con Elisa" | Il nonno: "Da un mese non era più lei"

La donna soffriva di depressione post partum. Per questo i familiari avevano deciso di non lasciarla mai da sola con il bambino. La mattina della tragedia il marito è uscito di casa un'ora prima, dopo aver sentito la suocera che stava arrivando: erano solo 170 passi

15 Lug 2023 - 13:55
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Emergono nuovi dettagli sul caso di infanticidio avvenuto a Voghera, in provincia di Pavia, dove Elisa Roveda, 44 anni, ha strangolato il figlio Luca di appena un anno. La donna soffriva di depressione post-partum. Una condizione conosciuta da tutta la famiglia, al punto che, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, i familiari si erano dati una regola: "Uno di noi deve stare sempre con Elisa. Sempre". Il 14 luglio, Elisa è rimasta da sola per poco tempo: il marito è uscito un'ora prima del solito dopo aver sentito al telefono la suocera, che sarebbe arrivata poco dopo. Ma era troppo tardi: Luca era già morto, sua madre l'aveva strangolato. Adesso la donna è piantonata in ospedale. Il nonno: "Da un mese mia figlia non era più lei".

La regola dei parenti

 Elisa e il marito Maurizio Baiardi desideravano da tempo l'arrivo di un bambino. Ma, dopo la nascita di Luca, la donna è entrata in uno stato di profonda depressione. Era seguita da uno psicologo e, per aiutarla, i parenti si erano dati una regola: "Uno di noi sempre con lei". Difficilmente Elisa veniva lasciata da sola con il bambino. E tutti, dal marito ai suoi genitori, erano convinti che la depressione sarebbe passata nel tempo. La mattina del 14 luglio, la mamma di Elisa ha percorso la poca strada che la separa da casa della figlia. "Solo 170 passi" riferisce il Corriere, percorsi dopo la telefonata con Maurizio: lui stava uscendo, lei pronta per raggiungere la figlia. Ma quando è arrivata Luca non c'era più. "Suonavo il citofono, Elisa non rispondeva, avrei dovuto suonare ai vicini e farmi aprire perché magari proprio in quei secondi..." si tormenta oggi la madre della donna. Sarà proprio lei, la nonna, a trovare il corpo del nipotino senza vita e a chiamare il 112.

Il tormento del marito, uscito un'ora prima

 C'è un'altra persona che non si dà pace: il papà del piccolo Luca, Maurizio. Ieri mattina, l'uomo, autotrasportatore, è uscito di casa lasciando la moglie Elisa ancora addormentata. Ha svegliato Luca, gli ha dato da mangiare, lo ha messo nel lettone accanto alla mamma. Ha telefonato alla suocera che si stava preparando per raggiungere la casa della figlia. Ha ricontrollato: Elisa dormiva, Luca era con lei. "170 passi sono pochi, mia suocera sta arrivando" avrà pensato. Così è uscito di casa un'ora prima. Poi la tragedia.

Il nonno: "Da un mese mia figlia non era più lei"

 Marco Roveda, padre di Elisa, racconta che, una volta appresa la notizia in tv, ha subito pensato alla figlia. "Mai si poteva immaginare che potesse fare del male a suo figlio - ha detto -. Ma nonostante questo non la lasciavano mai da sola. Io sarei venuto subito, se mi avessero avvisato. Invece l'ho saputo dalla tv: parlavano di una donna di 44 anni, ho subito immaginato che potesse essere lei. Ho chiamato mio genero, non rispondeva". Roveda ricorda quanto la figlia desiderasse quel bambino e spiega che "da un mese e mezzo non era più lei, a volte sembrava come se mia figlia sentisse il peso dell'essere madre. Aveva paura di stare a casa da sola, non guidava l'auto. Era in cura. Non doveva restare da sola. Sarei andato io a casa sua". Il nonno è separato da sua mogli da 20 anni. "Non ci sentivamo mai ma da mia figlia, a trovare mio nipote, andavo spesso. Ho visto il bambino il primo luglio. Era bellissimo, come sempre, un bambino così allegro. Mia figlia era in una fase di depressione molto pesante, legata a un forte esaurimento. Se c'erano segnali? Non che potesse succedere una tragedia simile". 

Che cos'è e quanto colpisce la depressione post-partum

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