L'operatore ha geolocalizzato il telefono e inviato una pattuglia che ha trovato il padre mentre picchiava la famiglia
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"Voglio ordinare delle pizze." Non era una telefonata a una pizzeria, ma una disperata richiesta d'aiuto al 112. L'ha fatta un bambino di dieci anni, intrappolato in casa con un padre violento che stava aggredendo la madre e i fratelli.
L'operatore della centrale operativa ha immediatamente colto il segnale d'allarme. Dietro quella apparente ordinazione si nascondeva una emergenza reale. Le domanda del centralista "Sei in pericolo? Qualcuno ti sta facendo del male?" sono infatti rimaste senza risposta. Ma la chiamata è rimasta aperta, e in sottofondo si sentivano chiaramente urla e rumori di colluttazione.
Non c'è stato bisogno di altro. Il carabiniere ha geolocalizzato la posizione del telefono e ha inviato subito una pattuglia all'indirizzo individuato. In pochi minuti i militari hanno raggiunto l'abitazione, situata in un piccolo borgo in provincia di Latina, dove hanno trovato l'uomo che stava picchiando la moglie e i figli.
L'aggressore è stato immediatamente bloccato e allontanato dalla casa con un provvedimento d'urgenza. Ora rischia una misura cautelare più severa per maltrattamenti in famiglia.
Non era il primo tentativo del bambino di cercare aiuto. In precedenza aveva già chiamato il 112, restando in silenzio nella speranza che qualcuno capisse la gravità della situazione. Quelle chiamate, però, non erano state interpretate correttamente. La svolta è arrivata quando il piccolo ha deciso di utilizzare una frase in codice, probabilmente appresa da un programma televisivo, dai social media o durante un incontro scolastico sulla sicurezza domestica. "Voglio ordinare delle pizze": una semplice frase che ha fatto la differenza tra la disperazione e la salvezza.
La vicenda, riportata dal quotidiano "Il Messaggero", è stata commentata durante un incontro pubblico al Conservatorio di Latina dal questore Fausto Vinci e dal comandante provinciale dei carabinieri Christian Angelillo, che hanno elogiato la prontezza sia del bambino sia dell'operatore.