La polemica dopo l'annuncio del ministro dell'Interno sul fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, presunto killer della 13enne di Brembate di Sotto. Alfano replica: "Io non ho dato alcun dettaglio"; e sferza: "La Procura si chieda chi ha inondato i mass media di informazioni"
Esplode la polemica fra la Procura di Bergamo e Angelino Alfano, dopo l'annuncio del ministro dell'Interno sul fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, presunto killer di Yara Gambirasio. "Era nostra intenzione mantenere il massimo riserbo - ha spiegato il procuratore Francesco Dettori -. Questo anche a tutela dell'indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza". Ma Alfano replica: "Da me nessun dettaglio"
Il procuratore di Bergamo ha poi aggiunto che "il fermo avrà il consueto iter di tutti gli altri". Gli atti saranno quindi trasmessi entro 48 ore dall'esecuzione del fermo al gip che ne avrà altre 48 per fissare l'udienza e decidere sulla convalida del fermo.
Alfano: "La Procura si chieda chi ha inondato di informazioni i media" - "Io non ho dato alcun dettaglio", piuttosto la Procura di Bergamo si "chieda chi ha inondato i mass media di una quantità infinita di informazioni e dettagli". E' la replica di Angelino Alfano alle critiche di Dettori, che avrebbe preferito mantenere il massimo riserbo sul caso. Il ministro dell'Interno ha quindi ribadito: "L'opinione pubblica aveva comunque diritto di sapere".
Alfano: "Resta presunzione di innocenza, ma fermo è grande risultato" - L'arresto del presunto assassino di Yara "è un grande risultato" frutto di un grande lavoro tecnico-scientifico". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, è tornato sull'arresto di Massimo Giuseppe Bossetti ribadendo che "per chi delinque il destino la galera". "La presunzione di innocenza vale per tutti e vale anche in questo caso - ha aggiunto Alfano - saranno gli inquirenti, gli investigatori a fornire tutti gli elementi" relativi all'indagine che ha portato all'arresto dell'uomo.