Fotogallery - Zaki a Bologna riceve la laurea
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Consegnata la pergamena per la laurea conseguita a distanza. Anche il rettore parla di Regeni e di un dissidente iraniano
Patrick Zaki è arrivato a Bologna dopo essere atterrato a Milano. Nella città emiliana il rettore Giovanni Molari gli ha consegnato la pergamena di laurea, conseguita il 5 luglio da remoto. "L'augurio - ha detto - è che tu possa vivere una vita serena e libera, senza farti tirare per la giacchetta da nessuno, ma scegliendo quello che credi opportuno per te. La visibilità di cui godi adesso è una responsabilità, la tua forza è l'indipendenza, mantienila sempre". "Finalmente sono qui, è un sogno che si avvera dopo tutti questi anni. Non ci sono parole che possano descrivere come mi sento". Queste le prime parole di Patrick Zaki, parlando al rettorato dell'Università di Bologna.
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"Finalmente ti abbiamo qui in carne e ossa dopo le telefonate. Sono stati tre anni difficili e drammatici, ora è un bel momento per tutti - ha continuato il rettore dell'Alma Mater -. Questi tre anni ci hanno lasciato un comunità mater forte. La difesa dei diritti non è solo una cosa che abbiamo nel nostro statuto ma la viviamo tutti i giorni e la tenacia di Payrick è stata fondamentale". Molari ha poi consegnato il diploma di laurea a Zaki oltre a una maglietta dell'ateneo. Molari ha anche ricordato la famiglia di Giulio Regeni: "La vicenda di Zaki ci ha insegnato che si possono difendere i diritti delle persone con un moto spontaneo. Il pensiero va a chi ancora combatte, a Ahmadreza Djalali, ricercatore dell'università del Piemonte Orientale, e alla famiglia Regeni". Djalali si trova detenuto in Iran ed è stato condannato a morte perché considerato una spia.
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"Bologna è la mia seconda casa: ho goduto di molto sostegno, ho visto questo sostegno in tre anni e si è visto anche al Cairo". Così Patrick Zaki nel corso della conferenza stampa all'ateneo di Bologna. "Ringrazio le autorità italiane ed egiziane, le ong, la società civile, i vertici dello stato italiano fino alla presidente consiglio", ha detto Zaki.
Patrick Zaki, parlando in italiano durante l'incontro con la stampa al rettorato dell'Università di Bologna, ha invocato "giustizia per Giulio Regeni", ricercatore ucciso al Cairo nel 2016.
"La mia è stata una storia di successo, ma in Egitto ci sono ancora centinaia di persone in prigione, chiediamo che vengano rilasciate. Meritano la grazia presidenziale come me", ha aggiunto Zaki. "Sento un grande senso di responsabilità nei confronti della mia famiglia e delle mia comunità. Oggi sono arrivato in concomitanza con il vertice sulla migrazione e io sono un attivista per i diritti umani, la mia odissea proviene dal fatto che sono un ricercatore e un attivista", ha aggiunto, "questo potrebbe non essere la fine del mio travaglio e il mio impegno per i diritti umani continua. Non do per scontata la mia libertà, non chiudo la porta al passato e sostegno tutti coloro che difendono i diritti umani in Egitto. Spero sia un incipit per i casi ancora aperti in Egitto".
"Sono molto emozionato", "ho sempre detto che vorrei suonare a ogni porta in Bologna per dire che sono veramente grato a tutte le persone di Bologna". Lo ha detto Patrick Zaki parlando dal palco in Piazza Maggiore dove si è recato dopo la cerimonia di laurea. "Le persone che ora sono di fronte a me sono la ragione per cui sono qui ora. Ho sempre potuto contare su di loro", ha aggiunto, "questo posto significa molto per me" ricordando, tra gli applausi, il suo primo arrivo in città, anni fa.