UNITI PER RIPARTIRE

#CHEF4WINE: Cuochi e cantine si uniscono per il rilancio della ristorazione

I protagonisti della cucina italiana e tre cantine fanno squadra per rilanciare il settore della ristorazione, con ricette abbinate ai vini da condividere sui social

19 Nov 2020 - 07:00
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  |  CROATTI  -  Crostino di carne cruda  -   Poggio della Dogana 
  |  CROATTI  -  Crostino di carne cruda  -   Poggio della Dogana 
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 CROATTI  -  Crostino di carne cruda  -   Poggio della Dogana 

 CROATTI  -  Crostino di carne cruda  -   Poggio della Dogana 

Quello della ristorazione è sicuramente uno dei settori più colpiti dal lockdown, anche in seguito alle restrizioni necessarie imposte dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19. Ma, come si suol dire, l’unione fa la forza: così dodici grandi interpreti della cucina italiana, insieme alle tre cantine Azienda Agricola Cortese, J. Hofstätter e Poggio della Dogana, si sono uniti per passare dalle parole ai fatti con il progetto #Chef4Wine.

Chef e cantine si sono trasformati in “influencer” di se stessi e hanno deciso di raccontarsi reciprocamente sui canali social, da Instagram a Twitter, da Facebook a Linkedin. Ciascun Maestro della cucina ha ideato una ricetta da abbinare ad uno dei vini bianchi simbolo delle tre aziende, situate una a nord (Hofstätter in Alto Adige), una al centro (Poggio della Dogana in Romagna) e una al sud (Azienda Agricola Cortese in Sicilia).

Ogni chef ha realizzato tre diversi piatti, uno per ogni azienda e vino, rilanciate poi sui canali social e nei siti delle tre cantine, e messe a disposizione per chiunque voglia lasciarsi ispirare dagli abbinamenti o provare a riproporre le creazioni degli interpreti del progetto. I tre vini bianchi scelti raccontano a loro volta i territori di origine e l’attenzione all’ambiente dei loro produttori, oltre che alla valorizzazione dei terroir.

Dietro i fornelli, sia cuochi stellati che grandi promesse della cucina provenienti da angoli diversi della penisola: Leandro Luppi, del ristorante Vecchia Malcesine a Malcesine (VR), Alessandro Breda, del Gellius di Oderzo (TV); Paolo Cappuccio; Marzia Buzzanca, dell’Hofstätter Garten di Termeno (BZ); Andrea e Daniele Zazzeri, de La Pineta di Marina Di Bibbona (LI); Giuseppe D’Aquino; Enrico Croatti del Moebius di Milano; Irina Steccanella, dell’Irina di Savigno Valsamoggia (BO); Marc Bernardi; Piz Seteur di Plan de Gralba, Selva di Val Gardena (BZ); Simone Lugoboni, de L’Oste Scuro di Verona; Marta Denaro, che ha da poco aperto il ristorante Marta di Marina di Ragusa (RG) e Patrizia Volanti, ora al ristorante Mastin Vecchio di Verucchio in attesa dell’apertura del suo ristorante, prevista nei prossimi mesi.

Michei di Michei Müller Thurgau è prodotto da J. Hofstätter a Maso Michei, la tenuta situata alla fine della Valle dei Ronchi, in provincia di Trento, acquisita da J. Hofstätter alla fine del 2017. Questa tenuta sorge a 823 metri d’altitudine, al confine con il Veneto e il Parco Naturale dei Lessini, in una posizione unica sopra alla pittoresca cittadina di Ala. Un esempio di viticoltura eroica d’alta montagna. 

Belladama di Poggio della Dogana è un Romagna Albana Docg secco biologico prodotto a Castrocaro Terme, in località “le Volture”, da vigneti di 10 anni di età con 5.000 piante per ettaro, allevati a guyot e dislocati a 210 m s.l.m. La resa per ettaro è di 5000 kg/ettaro, ossia un kg per pianta. La vinificazione viene fatta in assenza di bucce, attraverso pressatura tradizionale lenta in pressa verticale. Con una produzione di 3.500 bottiglie, ha debuttato ad aprile 2020 e al naso presenta sentori di agrumi, fiori bianchi ed erbe aromatiche. In bocca il quadro aromatico spazia tra limone, pompelmo, un tocco di arancia bionda, salvia e rosmarino.

Vanedda è il nome con cui in siciliano si chiamano le piccole stradine di campagna, ed è anche il nome del bianco di punta dell’azienda agricola Cortese, a Vittoria, in Sicilia, nel meraviglioso entroterra ragusano a due passi dal mare. Un vino biologico che racchiude in modo straordinario il suo terroir, la corposità del Grillo, la mineralità del Catarratto, l’ampiezza del Fiano. In bocca è ricco, pieno di sfumature, con un’acidità ben integrata, che continua a chiamare il sorso. Il risultato è un Bianco Terre Siciliane I.G.P. biologico dalla personalità decisamente e straordinariamente riconoscibile, unica.  Presenta un bouquet ampio e suadente con note di cocco e frutta tropicale, accompagnate da sentori di spezie dolci. L’eleganza al naso si conferma in bocca. Al palato è ricco, persistente e con un’acidità presente e ben integrata.

Di Indira Fassioni

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