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Elegante e informale, il nuovo locale sorge nel cuore del capoluogo piemontese
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L’Opera di Santa Pelagia è il nuovo cocktail bar e bistrot da poco inaugurato in via San Massimo, nel cuore della città magica di Torino. Un locale ideale per un aperitivo, un pranzo o una cena, che accoglie i suoi ospiti nelle due eleganti sale interne o nel dehors che affaccia sulla vicina chiesa di Santa Pelagia, protettrice degli artisti. Il Cocktail Bar Bistrot L’Opera di Santa Pelagia è un luogo contemporaneo che valorizza il gusto classico attraverso un approccio decorativo che ha dato vita ad ambienti in cui anche l’ironia trova il suo posto.
La cucina
A guidare la cucina c’è lo chef Giuseppe La Salvia, classe 1989, con un’esperienza importante al bistrot del Relais San Maurizio, nelle Langhe, che ha ideato il menu con la consulenza dello chef Ivan Milani, alle spalle importanti esperienze nel mondo della ristorazione.
“La nostra scelta – spiega Ivan Milani – è quella di proporre in una location confortevole la possibilità di costruire la propria esperienza gastronomica, con un’attenzione al Piemonte e all’Italia, fornendo sempre un taglio internazionale e con la possibilità di scegliere sempre una proposta vegetariana. Il lavoro di ricerca che portiamo avanti in cucina con Giuseppe La Salvia è alto a cominciare dalle materie prime ricercate, ma anche attraverso la realizzazione della panificazione interna, di produzioni come yogurt, kefir o formaggi freschi, diversi fermentati. Questa scelta, che guarda molto ad un approccio da alta ristorazione, rispecchia il mio trascorso personale e guarda molto a Giappone e Medio Oriente, culture per me molto importanti. Ecco perché qui si possono trovare sashimi in varie forme, fermentati o l’utilizzo di miso e shoyu”.
Un menu che comprende, dunque, una proposta italiana, non priva di contaminazioni internazionali, e sviluppa percorsi differenti: monopiatti per il pranzo, Le tentazioni della Santa e piatti dedicati per la cena. E così si spazia dall’Insalatona della Santa (foglie, cruditè, semi, frutta secca, Montebore, uovo) alla Melanzana cotta alla brace con tahini e labane, dallo Spaghetto Monograno Felicetti con filetto di acciughe, pomodori secchi, finocchietto e pan brioche al Filetto di maiale con bietole ripassate. Per la cena ecco il Vitello tonnato alla maniera antica, i Plin della tradizione al sugo d’arrosto o ancora il Petto d’anatra servito con il suo fondo e cipolle bianche. La carta dei vini conta un centinaio di referenze legate al territorio, con particolare attenzione ai vitigni autoctoni e ai piccoli produttori a cui si aggiunge una piccola selezione di champagne.
I drink
Curata dal barman Marco Fabbri, la drink list del locale spazia dai grandi classici ai signature come: 1772 (anno di consacrazione della Chiesa adiacente dedicata alla santa) su base gin e vermouth ambrato con chartreuse gialla per richiamare la liquoristica antica e chiaro riferimento al Bijou cocktail, e il Non sono una santa, un drink floreale e agrumato su base vodka servito in coppetta come se fosse un cocktail Martini rivisitato e realizzato con un cordiale a base di rose e scorze di bergamotto e un Dom Benedictine.
Per accompagnare la carta e i drink ecco ceci croccanti alle spezie, olive al forno, ravanelli, kefir e terra di malto, ma anche Le tentazioni della Santa vegetali, di pesce e di carne: dai fiori di zucchina in tempura alle panelle, dall’Ostrica con tapioca e aceto di riso ai Calamari in guazzetto, dal Pollo in salsa teriyaki a Pane e salame (il Nobile del Giarolo).
Il locale fa capo a un gruppo di imprenditori vocati all’accoglienza che nel 2015 ha aperto la Residenza dell’Opera situata sopra il Bistrot e nel 2019 ha inaugurato anche Opera 35, il Boutique Hotel con 40 camere in via della Rocca a Torino.
Di Indira Fassioni