IN ALTO I CALICI

Champagne Day: il 27 ottobre si festeggiano le bollicine d'Oltralpe

350 anni di storia e non sentirli: bevanda dell’élite e dell’alta società già alle corti reali d’Europa del XVII secolo, viene esportato in 190 paesi con una produzione di 315 milioni di bottiglie

27 Ott 2023 - 07:00
1 di 10
© ufficio stampa  | Blanc de Blancs Copyright Kata Balogh 
© ufficio stampa  | Blanc de Blancs Copyright Kata Balogh 
© ufficio stampa  | Blanc de Blancs Copyright Kata Balogh 

© ufficio stampa | Blanc de Blancs Copyright Kata Balogh 

© ufficio stampa | Blanc de Blancs Copyright Kata Balogh 

Come di consueto, ogni anno il quarto venerdì di ottobre si celebra lo Champagne Day, l’iniziativa nata nel 2009 da un’idea di Chris Oggenfuss, blogger e wine tutor californiano, in seguito riconosciuta e supportata da Comité Champagne, l’organizzazione che riunisce le maison e i viticoltori della regione di Champagne. Da allora, ogni anno sempre più amanti del vino francese in tutto il mondo partecipano allo Champagne Day, che è diventato l'evento universale per gli amanti dello Champagne.

Un’occasione per tutti gli amanti della bollicina francese di stappare e brindare in compagnia, attraverso la scoperta di molteplici realtà produttive, dalle più nuove a quelle più consolidate e non solamente francesi. Dagli eventi organizzati nei ristoranti, agli abbinamenti con il cibo a base di Champagne, tutti sono invitati a celebrare i piccoli istanti della vita a base di Champagne con amici stretti, familiari o colleghi o con la persona che amiamo, condividendo foto e video sui social utilizzando l’hashtag #ChampagneDay.

Storia dello Champagne

350 anni di storia e non sentirli. Lo Champagne deve la sua consacrazione a bevanda dell’élite e dell’alta società alle corti reali d’Europa del XVII secolo, anche se in realtà la sua origine va fatta risalire ben prima. Si racconta che Napoleone Bonaparte si attribuì il primo titolo di “Sabreur” (sciabolatore) della storia e che lo usasse per festeggiare le sue vittorie sui campi di battaglia.

Ma non è stato il solo ad amarlo: da Maria Antonietta a Marilyn Monroe, che riempiva la vasca con 150 bottiglie di Champagne per farsi il bagno, nessuno può resistere al suo fascino. Nemmeno la Regina Elisabetta II, la quale lo considerava un toccasana tanto da consumarlo regolarmente: “Il segreto di The Queen per un buon sonno? Champagne e Dowton Abbey prima di coricarsi” ha riportato Julia Banim, reporter del Daily Record britannico, che indagò attentamente le abitudini serali della sovrana Britannica.

Champagne e numeri

Lo Champagne viene esportato in 190 paesi con una produzione di 315 milioni di bottiglie, nonostante costituisca solamente lo 0,5% dei vigneti mondiali e comprenda solo il 4% del territorio vitivinicolo francese (circa 35mila ettari nella zona di Epernay a 150 km a est di Parigi) con tre vigneti autorizzati da Comité Champagne: Pinot Noir, Meunier e Chardonnay.

Anche in Italia il vino francese più famoso al mondo è sempre più apprezzato, con un acquisto di 10,6 milioni di bottiglie nel 2022 e un giro d’affari di 247,9 milioni di euro, in crescita del 19,1%. Il nostro Paese si posiziona al quinto posto al mondo per volume e rappresenta oggi il quarto mercato all’export per lo champagne nella classifica mondiale a valore.

Champagne Day 2023

Al Flores Cócteles di Milano, tempio della mixology classica, fino al 29 ottobre va in scena la Champagne Flores Week, una settimana nel segno delle bollicine francesi e dell’Old Cuban. Per sette giorni la cocktail list del Flores sarà affiancata da uno special menu dedicato alle bollicine francesi, con tre etichette ricercate eccezionalmente servite al calice e il cocktail Old Cuban, un classico contemporaneo a base di rum, limone, zucchero, menta e champagne serviti fono alle 21 insieme a un piattino di tapas.

Le bottiglie in menu provengono da più zone della regione dello Champagne: dalle Montagne di Reims arrivano bollicine note per la potenza, struttura e nobiltà e da quelle della Valle della Marna spumanti con un bouquet fruttato e un’elevata morbidezza. Impossibile non citare i vini della Côte Des Blancs, un’area dove si coltivano quasi esclusivamente uve bianche che danno vita a spumanti pregiatissimi.

Champagne Jacquart

Dal 1964 una delle realtà più importanti di Champagne, con 2400 ettari di vigneti distribuiti tra la Montagne de Reims alla Vallée de la Marne, la Côte des Blanc e la Côte des Bar. La novità della maison è il Blanc de Blancs 2014 che rappresenta la freschezza e la mineralità dello Chardonnay nelle sue migliori annate in Champagne, con un vitigno lavorato in purezza. Di colore giallo paglierino brillante, si descrive come uno Champagne di grande pregio che nasce da una maturazione di almeno 6 anni sui lieviti, con un basso dosaggio, circa 7 grammi di zucchero per litro. Con aromi minerali e di iodio, scorza di limone e uva fresca, acacia, fresia e note di Granny Smith e pera matura, al palato è morbido e fresco, con effervescenza cremosa e morbida e piacevolmente minerale.

Bruno Paillard

Gli champagne Bruno Paillard esprimono la grande ricchezza dei territori della Champagne. Grazie alla loro finezza ed eleganza sono i perfetti interlocutori di cucine elaborate così come di quelle semplici, fatte di ingredienti genuini e di stagione. I nuovi vini multimillesimati hanno come missione di caratterizzare l’identità della mano Paillard, lo stile inconfondibile che farà sì che gli appassionati potranno riconoscere senza esitare uno stile, una firma, data da Bruno Paillard, il fondatore, e trasmessa a sua figlia Alice, oggi alla guida della Maison. Tra questi, il Dosage: Zero, deciso e di grande freschezza con un naso di frutta bianca e mandorla fresca e aromi di cioccolato, di tostato, mescolati al lampone fresco, l’anice stellato e i castagne confit. Oppure l’Extra-Brut Blanc de Blancs Grand Cru, dalla grande eleganza, elaborato a base di Chardonnay proveniente esclusivamente da grand cru classificati 100% della famosa Côte des Blancs. L’inizio è vivo e provoca una sensazione complessa grazie agli agrumi, ai frutti a bacca bianca e alla mineralità del gesso, e il finale è fresco, lungo e persistente.

Di Indira Fassioni 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri