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Nella cucina contemporanea di Daniel Canzian la tradizione si unisce allo studio delle materie prime con una particolare attenzione al patrimonio regionale veneto
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La filosofia di Chef Daniel Canzian: una cucina contemporanea, dove la tradizione si unisce allo studio delle materie prime per valorizzarle ed esaltarle in piatti che guardano al futuro, nel rispetto della natura. E' il patron dell’omonimo ristorante nel cuore del quartiere milanese di Brera, uno spazio conviviale ed elegante, caratterizzato da una proposta gastronomica innovativa, che si fonda su ricerca, semplicità e stagionalità degli ingredienti, e attualizza i piatti della tradizione con una particolare attenzione al patrimonio regionale veneto.
La filosofia e il percorso professionale di Daniel Canzian sono racchiusi nel suo manifesto che coniuga il valore della tradizione con uno sguardo imprenditoriale chiaro e lungimirante. Attraverso la condivisione della sua idea di cucina in sette punti, lo Chef intende farsi portavoce della cultura gastronomica italiana, ricercando un continuo miglioramento personale e diventando al tempo stesso una fonte d’ispirazione per altri.
Il richiamo alle origini venete è presente in molte delle proposte dello Chef: nei Frutti di mare dell’Adriatico in “Brodeto” al pepe di Timut e pomodoro, la sapidità dell’acqua dei mitili unita alla dolcezza dell’acqua di pomodoro e al sapore intenso del pepe di Timut, crea un bilanciamento di sapori d’eccezione e dona carattere al piatto.
Definito "l'ultimo degli allievi brillanti di Gualtiero Marchesi", Canzian lascia a soli 14 anni il posto nella sua famiglia di ristoratori da cui apprende le basi della cucina. Diventato Executive Chef de Il Marchesino nel 2008 e del Gruppo Marchesi nel 2011, anno in cui ha avuto anche il privilegio di lavorare con il maestro francese Michel Troisgros, nel 2013 Daniel realizza il suo sogno: aprire un ristorante a Milano che esprime in ogni dettaglio la sua idea di cucina, italiana e contemporanea.
Dopo l’hotel Sohnenbuhl, arriva la grande occasione a bordo del ristorante gourmet Club Medusa del Costa Crociere. Convinto che sia la regionalizzazione italiana la chiave del futuro della gastronomia, lo Chef punta tutto sui valori della semplicità e dell’ospitalità. «La cucina italiana per me è un’identità plurale derivata da un rapporto tra la tradizione (storia) e il territorio (geografia)» afferma, riassumendo il concetto di Made in Italy in tre parole: classe, eleganza, storia.
Daniel Canzian fa parte di quella generazione di Chef che hanno avuto la fortuna di crescere, formarsi e lavorare sotto Gualtiero Marchesi, di cui ricorda molti insegnamenti, come quello di creare il giusto equilibrio tra persona e professionista, senza mai perdere di vista la curiosità e le proprie radici.
Situato nel vivace quartiere milanese di Brera, DanielCanzian Ristorante valorizza l’alta artigianalità italiana non solo in cucina, ma anche attraverso le scelte di interior design. Cuore pulsante dello spazio è la cucina, che dà il benvenuto agli ospiti non appena varcata la soglia del locale: a incorniciarla è l’ampio bancone in legno, da dove è possibile assistere in prima fila alla preparazione delle ricette, respirando i profumi dei piatti e ascoltando la brigata in fermento. La sala ha uno stile essenziale, ma al tempo stesso accogliente, con arredi realizzati su misura ed eleganti tonalità pastello; il forte legame con la terra e la natura è sottolineato dalla presenza di numerose piante in vaso, scelte personalmente dallo chef per far sentire gli ospiti a casa. L’atmosfera è resa ancora più intima da un’illuminazione calda e avvolgente. Qui propone agli ospiti quella che definisce una cucina italiana contemporanea, piatti ben leggibili nel registro della tradizione, ma aperti al mondo in maniera vivace e intelligente. Come il Risotto Exponenziale: risotto alla parmigiana cotto con brodo di pollo leggermente affumicato e spolverato di paprika affumicata, curry e the nero. Un piatto che, tra le altre cose, è di una bellezza straordinaria: "Cerco sempre un equilibrio tra forma e sostanza. E non guardo mai le immagini di piatti altrui, nemmeno quando leggo una ricetta: le combinazioni visive devono essere mie".
Di Indira Fassioni