RESILIENZA E INGEGNOSITA'

Esiste la pizza del deserto e si chiama “madfouna”

Farina di semola e un ripieno di carne e spezie locali, cotta in forno a legna o sul fuoco vivo.

08 Lug 2024 - 07:00
 © Ufficio stampa

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Il nostro viaggio tra i villaggi ai margini del deserto di Merzouga, a sud-est del Marocco, ci porta a Khamlia, celebre per la sua posizione strategica come crocevia di culture millenarie e per la sua ricca eredità berbera. Se si potesse riassumere in un piatto sarebbe il meno scontato di tutti: la pizza.

La pizza berbera del deserto, conosciuta come madfouna, trae le sue origini dalle antiche tecniche di cottura dei Berberi, popolo nomade che ha abitato le vaste distese desertiche del Nord Africa per secoli. Tradizionalmente, la madfouna era preparata durante i periodi di festa e celebrazione, segnando momenti di gioia e condivisione (un po’ come la nostra pizza).

La preparazione inizia con la creazione di due dischi di pasta sottile fatti con la farina di semola e acqua, che vengono farciti a seconda delle disponibilità locali e delle preferenze. Salsa di pomodoro con cumino, coriandolo e peperoncino, costituisce solitamente la base aromatica per verdure grigliate, carne di agnello marinata con erbe e formaggi freschi. I due dischi vengono poi sigillati insieme, formando una pizza chiusa, e cotti tradizionalmente sul fuoco vivo o in forni a legna, che dà loro un sapore affumicato e una consistenza croccante.

La pizza del popolo berbero

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La madfouna porta con sé un profondo significato culturale. Questo piatto incarna l'ospitalità berbera, condividendo il cibo non solo come nutrimento ma anche come atto di accoglienza e condivisione. È un simbolo di identità culturale e di resistenza, testimoniando la capacità di adattarsi e prosperare anche nelle condizioni più ostili del deserto. Sebbene la madfouna abbia origini antiche, il suo fascino ha varcato i confini geografici dei deserti nordafricani, diventando popolare non solo tra i locali ma anche tra i viaggiatori e i turisti che visitano la zona.

Le attrazioni naturali e culturali fuori dalle solite rotte che attirano in Marocco visitatori da tutto il mondo sono infatti molte, a partire dalla Gola del Todra, una delle gole più spettacolari del Marocco, o la Valle del Dadès, con i suoi canyon rocciosi e le sue kasbah antiche che punteggiano le colline circostanti. C’è poi Ouarzazate, conosciuta come la "porta del deserto", famosa per essere uno dei centri culturali e cinematografici più importanti del Marocco. La città è sede di studi cinematografici dove sono state girate molte produzioni famose, rendendola un punto di riferimento per gli amanti del cinema e della cultura locale.

Di Indira Fassioni in collaborazione con Francesca Luna Noce

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