Fondato nel 2007 grazie a Luciana Delle Donne di Officina Creativa, una cooperativa sociale non a scopo di lucro, aiuta le detenute a reinserirsi nella società lavorativa attraverso un percorso formativo
Made in Carcere è il brand della Onlus “Officina Creativa” che dal 2008 garantisce a donne e minori in stato di detenzione di lavorare, percepire una retribuzione ed utilizzare il periodo di reclusione per intraprendere un nuovo percorso di reinserimento sociale.
Il nostro Paese è stato condannato dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo per il trattamento disumano e degradante in cui i carcerati vivono: oltre al sovraffollamento, la maggior parte dei detenuti non svolge alcuna attività. E così, il tasso di recidiva è altissimo: l’80% di chi non lavora torna a delinquere una volta scontata la pena.
Made in Carcere permette a donne e a minorenni in stato di detenzione, che vivono ai margini della società, di lavorare, ricostruendo consapevolezza e dignità umana. Nello stesso tempo, la nostra attività ha un forte impatto ambientale, in quanto recupera tessuti inutilizzati e scartati dalle imprese che diventano la materia prima per le lavorazioni in carcere.
Made in Carcere fa parte del Progetto Sigillo, un marchio registrato dal Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento da “Ashoka”, la più grande rete al mondo di imprenditori sociali, posizionandosi tra i primi 4 Change Makers in Italia quale modello di impresa sociale in grado di contaminare e cambiare lo stato delle cose.
Sostenere Made in Carcere significa aiutare i detenuti al reinserimento nella società attraverso il lavoro in carcere, contribuire ad abbattere la recidiva dell’80% e i costi a carico della collettività, sostenere l'ambiente attraverso il recupero di scarti e residui tessili.
Il progetto comprende una sartoria dove vengono raccolti materiali di scarto da aziende partner, trasformati poi in nuovi prodotti solidali e gadget personalizzati per eventi e convegni, tutti fatti a mano da donne detenute: borse, shopper, braccialetti, cuscini, presine, accessori per prodotti hi-tech.
Inoltre, vi è un laboratorio-pasticceria dove vengono prodotti, all'interno delle carceri minorili, biscotti fatti con ingredienti di altissima qualità.
Molti importanti marchi italiani hanno già scelto questo modello di Sviluppo Sostenibile: competere sul mercato in maniera responsabile, dando valore e sostegno a iniziative etiche nobili, attraverso un nuovo modello di produzione, il BIL: Benessere Interno Lordo.
Le aziende scelgono una strategia di marketing innovativo che dà loro la possibilità di fare profitto e nello stesso tempo promozione sociale.
Il Pandivita
Si chiama Pandivita ed è il pane di tutti: buono, etico e sano. Dopo l’approdo nel food con i biscotti vegani Scappatelle, nonostante la pandemia, Made in Carcere prosegue la ricerca tra i fornelli e presenta il Pan di vita.
L’Inside-out shared food che si fonda innanzitutto su valori educativi, l’importanza delle scelte alimentari e il perseguimento di un Benessere comune. Luciana Delle Donne, CEO del Social Brand, ama provocatoriamente definirlo “Benessere interno”, sottolineando la necessità di iniziare a cooperare per ottenere più BIL e non solo più PIL.
Il Pan di vita nasce da una fusion di tradizioni gastronomiche che unisce il “Panterrone” al “Pan tramvai”. Il primo un panettone di terra tipico della tradizione del sud Italia mentre, l’altro, il Pan tramvai di trazione brianzola, ricordandoci il gusto che deve avere la dimensione della lentezza. Era, infatti, lo spuntino semplice ma “caloroso” che accompagnava il lungo viaggio tra Milano e Monza.
Proprio come questi dolci della tradizione, il Pan di Vita nasce dall’impegno di recuperare una cultura del pane, di gusto e di alti valori nutrizionali ma anche, e soprattutto, di storia e di unione oltre ogni divisione che sia culturale, geografica o semplicemente, ma sempre più diffusamente, legata a pregiudizi.
Mesi di studio e di prove in stretta collaborazione con l’Istituto penitenziario minorile di Bari hanno portato alla nascita del Pan di Vita. Quattro ingredienti biologici certificati: olio extravergine di oliva, zucchero di canna e farine del Senatore Cappelli, vino primitivo di Manduria DOP, fusi con i migliori ingredienti della terra la frutta secca, nocciole, mandorle, fichi, uva passa, buccia d’arancia e, infine, un pizzico di segreto come nelle migliori ricette.
Un prodotto che ci ricorda la bellezza e la generosità della natura. Una caccia al tesoro di sapori, colori e profumi ma anche, e soprattutto, un pane da spezzare per condividerlo con gli altri. Sempre con una grande attenzione alla scelta della materia prima, alla cura del cibo e del prossimo.
Il Pan di vita è stato protagonista del primo evento virtuale “In Festa” di Made in Carcere. 42 pacchi di pane sono stati distributi in diverse città in Italia e non solo, corredati di candeline per celebrare un rito collettivo di speranza e amore.
Un piccolo gesto di vicinanza in un momento di isolamento così faticoso. A ricordarci che siamo tutti naufraghi aggrappati ad una “zattera felice” che è sempre una tavola imbandita di cibo e sentimento.
Di Indira Fassioni