Cantina Guido Berlucchi, la storia di chi ha inventato il Franciacorta
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Tra Brescia e il Lago d'Iseo, tra dolci colline e cieli tersi sorge la Franciacorta, terra di grandi vini, di cantine, di passioni e di passeggiate tra i vigneti. Il nome di questo territorio non ha nulla a che vedere con la vicina Francia, ma deriva, in realtà, da "francae curtes": in epoca medievale, infatti, la zona era una "corte franca", esentata, cioè, dal pagamento del dazio.
In questa terra aperta sempre più alle innovazioni e arricchita da giovani agricoltori che si buttano a capofitto nel lavoro, troviamo una grande eccellenza vitivinicola italiana: la Cantina Guido Berlucchi.
La Cantina Berlucchi di Borgonato è solo una delle prime tappe per scoprire la Franciacorta, un'area che si estende per 250 chilometri quadrati e comprende 19 comuni. Gli ettari vitati sono 2900 coltivati per l'80% a Chardonnay e per il restante 20% a Pinot Nero e Pinot Bianco. La viticoltura è praticata sin dall'anno 1000: il suolo morenico, poco fertile e molto drenante, l'azione mitigatrice del lago d'Iseo e le correnti fresche della Valle Camonica assicurano alla vigna le condizioni ideali. La natura e l'uomo hanno plasmato nei secoli questo territorio: a questo si aggiunge la vocazione umana che ha permesso la nascita di un fenomeno enologico consacrato dal disciplinare produttivo del Metodo Classico più severo al mondo.
LA STORIA - Figura determinante per l'intero territorio è Franco Ziliani che trovò in Guido Berlucchi la persona ideale per l'avventura di gusto che avviò la rivoluzione enologica in Franciacorta. Nel 1955, infatti, i due s'incontrarono nella sontuosa dimora di Berlucchi, il discendente dei nobili Lana de' Terzi: questi era alla ricerca di un tecnico per stabilizzare il suo vino bianco, Pinot del Castello. Ziliani accettò l'incarico, e intravide nella raffinata persona di Berlucchi, nella sua bella residenza e nell'antica cantina interrata, gli elementi per realizzare il sogno di creare uno spumante metodo classico in Franciacorta. A loro si unì anche Giorgio Lanciani e, insieme, fondarono la Guido Berlucchi & C. e nel 1961 Ziliani sigillò tremila bottiglie di Pinot di Franciacorta. Fu un successo, confermato a ogni vendemmia, che ha eletto Berlucchi a vino della festa e del piacere quotidiano, del brindisi e del “tutto pasto”. Uomo brillante e dalla simpatia contagiosa, Ziliani è da tutti riconosciuto come l'inventore del Franciacorta e in particolare del Franciacorta Docg.
I VIGNETI BERLUCCHI - I vigneti Berlucchi sono condotti sia a cordone speronato che a Guyot e si estendono su 520 ettari, di cui 85 di proprietà e i restanti di conferitori selezionati e fidelizzati. La vigna di proprietà ha già completato l'iter di conversione all'agricoltura biologica, mentre quella dei conferitori lo ultimerà con la vendemmia 2018. I conferitori ricevono puntualmente dagli agronomi Berlucchi le indicazioni sulle cure da apportare al vigneto e alle uve; in questo modo, i grappoli presenteranno una qualità comune durante la vendemmia, che inizia intorno alla metà di agosto. Inoltre, Berlucchi ha proseguito l'opera di zonazione del Consorzio Tutela Franciacorta con il progetto “Mille1Vigna” che fornisce la carta d'identità del singolo vigneto, per esaltare le peculiarità delle sue uve. Inoltre, i filari sono fotografati dall'alto con apparecchi a infrarossi per acquisire dati sul vigore vegetativo e intervenire in modo mirato nelle operazioni colturali e in vendemmia.
IL METODO FRANCIACORTA - I grappoli di Chardonnay e Pinot Nero, raccolti a mano in cassette da 20 chilogrammi, giungono al centro di spremitura; qui, divisi per lotti omogenei in base alla varietà, al vigneto e alle caratteristiche analitiche, vengono collocati in speciali presse dove avviene la spremitura, delicata e progressiva. I mosti, limpidi e fragranti, frazionati in quattro selezioni in base alla pressione esercitata sull'uva, dopo la decantazione a freddo svolgono la fermentazione alcolica, lotto per lotto, in tini d'acciaio inox o in barrique di rovere. Alcuni vini base, dopo la fermentazione alcolica e malo-lattica (effettuata su determinati lotti soltanto), sono ulteriormente affinati e sottoposti a bâtonnage, che permette, tramite il rimescolamento dei lieviti, di aggiungere struttura e ricchezza aromatica. Le basi riposano poi in acciaio o legno, costantemente analizzate e degustate ogni mese prima dell'assemblaggio, per definire la loro migliore destinazione. A gennaio dell'anno seguente, lo staff tecnico inizia le prove di assemblaggio: operazione complessa, perché riguarda oltre 150 basi; si pensi che Cuvée Imperiale è creata unendo 100 diversi lotti. Dopo il tiraggio, le bottiglie sono accatastate nelle cantine storiche, custodite per il tempo della rifermentazione e della successiva maturazione sui lieviti, che varia da solo minimo di 18 mesi fino a oltre 6 anni. Al remuage e alla sboccatura segue un ulteriore affinamento, e la bottiglia è finalmente pronta per la spedizione.
LE CANTINE - A dieci metri sotto il livello del suolo, una grande volta fatta scavare alla fine del Seicento dagli antenati di Guido Berlucchi, che già qui affinavano le loro bottiglie di vini fermi, si apre agli occhi del visitatore. Una visione suggestiva: le mura vetuste, che il passare dei secoli ha reso ancor più preziose; le pupitre in legno che accolgono i Franciacorta Riserva per il remuage; la nicchia privata con la prima e unica bottiglia dell'annata 1961, testimone della primogenitura e ispiratrice della trasformazione virtuosa del territorio. Il fascino della cantina Berlucchi non si ferma al suo cuore più antico, perché l'itinerario prosegue tra gallerie e nicchie dove le bottiglie trovano l'ambiente ideale, penombra e temperatura fresca, per il loro affinamento. Da segnalare l'archivio storico, con bottiglie “in punta” delle annate più significative, conservate per valutarne l'evoluzione nel tempo.
Per essere aggiornati sulle attività che organizza la cantina, consultate il sito: www.berlucchi.it