Il buon paese

Il babà napoletano: una storia leggendaria

23 Feb 2016 - 10:44

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Il babà, prima di essere il simbolo della tradizione dolciaria napoletana, era un dolce polacco e francese.
Scopriamo insieme la sua origine, a metà fra storia e leggenda...

Ci è capitato già diverse volte, nella nostra rassegna dei prodotti tipici del nostro Paese, di parlare della Campania.
E come potrebbe essere altrimenti per una terra così piena di storia e brulicante di una ricca tradizione culinaria?
Più che mai se si parla di pasticceria, le ragioni per nominare questa regione non mancano affatto.

Tra il folto gruppo dei dolci campani, uno ha sicuramente un posto di eccezione: il babà. Prodotto incluso nell'elenco PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) dal Ministero, famoso e apprezzato in tutta Italia come nel mondo, è ormai divenuto un simbolo della tradizione dolciaria napoletana e italiana.

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La storia del Babà
La storia, o le storie, di questo squisito dolce, che si perdono a tratti nella leggenda, sono sicuramente tra le più interessanti da sentire e da raccontare.
La “biografia” del babà parla non solo della Campania, ma di lunghi viaggi attraverso l'Europa.
Le sue origini, infatti, vanno ricercate in Polonia, alla corte del re Stanislao Leszczyński, suocero di Luigi XV di Francia.
Al sovrano polacco è attribuita l'invenzione del babà: fu grazie a lui che il “gugelhupf”, un dolce originario dell'Alsazia ritenuto troppo asciutto dal re, fu bagnato, più o meno volontariamente, con del Tokaj e dello sciroppo.

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Successivamente il dolce fu portato in Francia dalla figlia di Stanislao, Maria e, quando i cuochi francesi lo prepararono per la prima volta, il suo nome iniziò a modificarsi e passò dal polacco babka a “babà” con l'accentuazione tipica del francese sull'ultima sillaba.
Le prime fonti che raccontano di un babà partenopeo invece, anch'esso accentato sull'ultima vocale, sono del 1836 quando il cuoco Angeletti ne descrive la preparazione in un suo manuale di cucina.

Le caratteristiche del babà

Questo dolce che, dopo aver girato l'Europa, è approdato a Napoli per sposarsi con la città e raggiungere la fama, è il risultato della levitazione e quindi della cottura di un impasto di farina, burro, zucchero, uova, lievito di birra e un pizzico di sale.
La caratteristica forma a fungo in cui viene fatto levitare e cotto si dice sia stata un'invenzione del pasticcere Nicolas Stohrer, che accompagnò la figlia del re Stanislao in Francia.


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