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Storia, zona di produzione e territorio
Il Barbaresco è uno dei vini piemontesi più famosi e apprezzati nel mondo. Nasce nel cuore delle Langhe a pochi chilometri dalla zona di produzione di un altro grande vino rosso piemontese: il Barolo. E' un vino dalle tradizioni antiche, il nome deriva molto probabilmente dalla natura selvaggia e boschiva del territorio d'origine, conosciuto fin dal tempo degli antichi Romani con il nome di selva barbarica, da cui sarebbe poi derivata la dizione Barbatium e a seguire Barbaresco. L'odierna zona di produzione, comprende l'area dei comuni di Barbaresco, Treiso, Neive e della frazione di San Rocco Seno d'Elvio nel comune di Alba. I terreni delle Langhe sono d'origine antichissima. Sono stati generati all'innalzamento di un antico fondale marino e sono caratterizzati da pregiate marne argillo-calcaree. In particolare, nei comuni in cui è prodotto il Barbaresco, i suoli sono ricchi di arenarie e delle famose marne di Sant'Agata, di colore grigio-azzurro, particolarmente adatte per la coltivazione della vite. Proprio i terreni più ricchi di sabbia e le temperature, a volte leggermente più calde rispetto alla zona di produzione del Barolo, conferiscono al Barbaresco minor potenza e struttura, ma grande eleganza, con tannini meno aggressivi e più morbidi.
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Barbaresco: caratteristiche organolettiche
Il vino Barbaresco ha un colore rosso rubino brillante, abbastanza trasparente, che tende a virare al granato con l'invecchiamento. Il profilo olfattivo esprime grande eleganza e finezza, con profumi floreali di violetta e piccoli frutti rossi, note eteree e nuances delicatamente speziate. Al palato è equilibrato di buon corpo, con tannini vellutati e buona freschezza. Il finale è lungo e persistente. Ha un buon potenziale d'invecchiamento e raggiunge la sua maturità espressiva dopo almeno 5/10 anni di affinamento in bottiglia.
Il vitigno e la denominazione del Barbaresco
Il Barbaresco è prodotto con nebbiolo, un'uva autoctona a bacca rossa tipica delle Langhe. Il nome potrebbe derivare dall'abbondante pruina bianca che copre gli acini o dal fatto che si tratta di un vitigno a maturazione tardiva. Viene, infatti, vendemmiato verso metà ottobre, quando le colline delle Langhe sono spesso avvolte nelle nebbie.
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Barbaresco DOC e DOCG: la Denominazione
La denominazione Doc è stata riconosciuta al Barbaresco fin dal 1966 e nel 1980 il vino è stato elevato al rango di Docg. Il disciplinare di produzione consente utilizzo di nebbiolo in purezza, dei soli biotipi michet e lampia. L'invecchiamento minimo previsto è di 26 mesi, di cui 9 in legno e il vino deve avere un titolo alcolometrico minimo di 12%. La versione Riserva, prevede un periodo d'invecchiamento minimo di 50 mesi di cui 9 in legno. Per valorizzare i crù storicamente più prestigiosi e vocati della denominazione, è inoltre possibile indicare anche la sottozona o la singola vigna di provenienza, secondo le indicazioni territoriali del disciplinare.
Temperatura di servizio e abbinamenti in cucina
Il Barbaresco va servito a una temperatura di circa 16/18° C. Può essere conservato in cantina tranquillamente per una decina d'anni e più, a secondo delle etichette e delle annata. Le bottiglie vanno conservate orizzontalmente, in un luogo con una temperatura costante di 12/16° C, un'umidità del 60/80% e al riparo dalla luce. A tavola trova i migliori abbinamenti con la cucina del territorio: primi piatti con sughi di carne, tajarin, arrosti, brasati e selvaggina.
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