In alto il gusto

Il ristorante panoramico con vista sui tetti di Milano: Mi View Restaurant

Nuovi menu degustazione e una nuova carta mixology per il Mi View Restaurant, al ventesimo piano della torre World Join Center

05 Lug 2021 - 07:00
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 Andiamo a caccia - Mi View Restaurant

 Andiamo a caccia - Mi View Restaurant

Dal 1 giugno 2021 ha riaperto il Mi View Restaurant, il ristorante con vista panoramica sulla città di Milano, al ventesimo piano della torre World Join Center, in viale Achille Papa 30 (zona Portello).

Un nuovo inizio che introduce tante novità tra cui le nuove proposte sia per il pranzo, per la cena e anche per la domenica. Menu alla carta e percorsi strutturati in viaggi che raccontano la filosofia del ristorante e la qualità di materie prime esclusivamente artigianali lavorate dalla creatività e dalla tecnica dell’Executive Chef Christian Spagnoli.

Anche in merito al servizio si respira aria di novità: la Maitre Sommelier Monica Angeli, che cura la selezione di vini, ha ideato una piccola carta aperitivo con alcune proposte di mixology ispirate sempre all’utilizzo di spirits provenienti da piccoli produttori del circuito Artigiano in Fiera.

Ogni giorno a pranzo (dal lunedì al venerdì) si potrà scegliere tra le proposte contenute nel nuovo menu “Pranzo Vista Milano”, che associa piatti per caratteristiche e categorie. Un’alternativa alla classica divisione tra primi e secondi. Si può optare tra una serie di piatti associati per le loro caratteristiche nutrizionali e organizzati secondo queste categorie: “Per cominciare”, “Leggerezza”, “Best Seller, “Pasta e riso”, “Carburante” e “Per concludere”. Sempre a pranzo, è possibile anche scegliere la proposta del “Menu degustazione” composto da 5 portate.

Per la cena, lo chef Spagnoli ha ideato tre percorsi inediti che raccontano il legame tra la grande qualità dei prodotti artigianali attentamente ricercati e la capacità tecnica dello chef. I tre nuovi menù degustazione sono veri e propri viaggi che attraversano luoghi del mondo e le loro tradizioni enogastronomiche: “Less is More”, che strizza l’occhio alla leggerezza e alla sostenibilità, “Nulla è come sembra”, improntato sulla valorizzazione di piccole eccellenze italiane e “Il Giro del mondo in ottanta ingredienti” che qualifica in modo totalizzante l’esperienza dello chef. La domenica a pranzo, infine, Mi View presenta menu a tema, ogni volta diverso e adatto anche alla condivisione in famiglia o tra amici: si parte domenica 6 giugno con “Bentornata  Milano” un percorso snello e divertente che richiama i sapori e le materie prime della tradizione lombarda raccontata in sette portate. Una proposta inclusiva che ha pensato anche a creare un’offerta per i più piccoli. Per chi invece vuole fare esperienza completa della cucina dello chef Christian Spagnoli, anche di domenica è disponibile un menu degustazione.

Il ristorante è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 12.30 alle 15.00, dal martedì al sabato, dalle 19.30 alle 23.00, la domenica, dalle 12.30 alle 15.00.

Intervista a Chef Christian Spagnoli

Qual è la prima cosa che fa la mattina quando si alza?
Il primo pensiero è quello di verificare i feedback dei clienti, controllare le recensioni, monitorare l’andamento del locale, confrontarmi con il direttore e la Maitre.

Quando inizia la sua giornata tipo e quando finisce?
Vivo con la mia famiglia a Iseo, quindi i motori si accendono molto presto, intorno alle 6.15, per terminare a tarda sera, quando l’ultimo cliente lascia soddisfatto il Mi View.

C’è un ingrediente di cui non può fare a meno in cucina?
I cereali e i legumi del Centro Italia. Sono ingredienti fondamentali nella tipica dieta mediterranea. Singolarmente o miscelati tra di loro, hanno un alto valore proteico e nutrizionale, sono gustosi, naturali e vantano una lunga tradizione. Sono parte integrante della nostra panificazione e di alcuni piatti del menù al Mi View.

Qual è il primo piatto che ricorda di aver cucinato nella sua vita?

Le costolette di agnello alla Villeroy. Era il 1989, al mio primo lavoro in una brigata di cucina.
 

E quale ha avuto più successo?

La trilogia di storione abbinato ai grandi classici: Wellington, Rossini e London House.

Descriva la sua cucina in tre aggettivi.
Semplice, aggressiva, circolare.

Se fosse un film, quale sarebbe?
“Il sapore del successo” di John Wells.

Se fosse una canzone, quale sarebbe?
“Gli angeli” di Vasco Rossi.

Qual è il giudice che teme di più?
Kenny Kong di Singapore: ha fatto piangere davvero tanti cuochi.

Qual è il suo ristorante preferito?
DiverXo dello Chef David Munoz a Madrid: stupefacente.

Qual è un suo difetto?
Fatico a tacere di fronte alle critiche gratuite e infondate.

E un suo pregio?
La disponibilità al confronto e, quindi, alla correzione. In cucina si parte sempre dalle mie idee, ma si costruisce il lavoro insieme con la brigata, con la sala, con la direzione e con la proprietà. I menù scaturiscono sempre da un lavoro di squadra, non da un pezzo di carta scritto e timbrato. 

Cosa avrebbe fatto se non avesse fatto lo chef?
Nulla. So fare solo questo mestiere, quello che desideravo.

Di Indira Fassioni

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