SOTTO IL VESUVIO

Lo Chef Iannotti fa innamorare Napoli

Lo chef campano sbarca sui tetti di Napoli con un doppio progetto che comprende cucina liquida e solida

07 Ago 2023 - 07:00
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© UFFICIO STAMPA
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L’Estate più luminosa, nell’anno più splendente della storia recente di Napoli: innegabilmente il 2023 è l’anno di Partenope, e non solo per i brillanti risultati sportivi, ma anche per quelli culturali (come non citare il Museo di Jago recentemente aperto in città), il boom del turismo, il successo delle serie e dei film ambientati sotto il Vesuvio. E a brillare nella corona dorata di soddisfazioni, come una gemma incastonata nel diadema di Via Toledo, c’è la nuova grande apertura ristorativa di Giuseppe Iannotti, che dopo aver coinvolto per anni i golosi d’Italia in pellegrinaggi a Telese Terme, dove il suo Kresios vanta ormai ben due stelle, arriva ora nella capitale borbonica per aprirsi a nuovi pubblici e a nuove esperienze gastronomiche.

Il terrazzo sospeso sui quartieri spagnoli infatti si pone come apice di un polo ristorativo su più livelli e spazi, che comprende quattro aree dedicate ad altrettante offerte gastronomiche. Qui, in questo giardino pensile orbitano due pianeti gemelli, che vogliono raccontare il sapore in due maniere diverse ma simili: il ristorante 177Toledo e il cocktail bar Anthill.

177Toledo

177Toledo è al contempo la comfort zone e la grande sfida di Iannotti: rappresenta infatti la possibilità di affrontare un mostro sacro come la Cucina Napoletana in forma fine dining.

Un’offerta che viene declinata in due menù degustazione, il “71” e il “22”, numeri che richiamano la smorfia napoletana, il primo è “l’uomo senza valore”, il secondo “il folle”. Tutte le portate, eseguite magistralmente dall’executive chef è Grazioli, a cui si affianca ancora il sous chef Marco Langella, hanno poi un numero che le indica.

Il 71 prevede 4 portate, più gli snack iniziali e i pre-dessert, per un costo di 120 euro, mentre il 22 ne conta 7 e costa 170. Si tratta di due percorsi che raccontano la gastronomia partenopea e campana in generale, ma che ricalcano la medesima sequenza che Giuseppe Iannotti ha studiato da anni per il Krèsios. Suddivisa in diversi momenti, la degustazione parte dagli aperitivi – che sono uguali in entrambi i menù, con piatti culturalmente iconici come “pizza”, “mozzarella in carrozza” e “capitone” - per poi arrivare ai piatti principali, i carboidrati della pasta ancora una volta a chiudere l’esperienza prima dei dessert. Al centro del 71, troviamo “o’ raù”, il ragù napoletano secondo Iannotti, mentre nel 22 compare la “parmigiana di melanzane”, piatto comfort simbolo delle mamme campane, che qui lo chef interpreta come omaggio alla tradizione ma stravolgendone con la tecnica e la creatività l’impatto gustativo.

Anthill

Il cocktail bar di Iannotti nasce dalla volontà di esplorare il mondo della cucina liquida, e al contempo dal volersi cimentare un una sfida che potesse essere un motivo di divertimento. Il grande bancone scintillante dove la head bartender Anna Garruti presiede i lavori riempie senza timore una lunga e luminosa stanza, e se sicuramente gli appassionati gradiranno sedersi direttamente qui sugli alti sgabelli, per chi invece cerca il piacere di rilassarsi facendo aperitivo sicuramente è da non perdere la parte esterna, sviluppata sulla grandissima terrazza piantumata che guarda verso il mare partenopeo da un lato e che offre una vista unica sulla Certosa di San Martino, dove possono prendere posto fino a 76 ospiti.

La carta dei cocktail mira a sorprendere e a divertire già dalla forma: il packaging, infatti, richiama la confezione bianca e rosa della tachipirina, e che a fine esperienza gli ospiti possono conservare. Un invito a superare le difficoltà e le ansie quotidiane con un placebo gastronomico. Dentro si trova la proposta, divisa tra classici (con twist) e signature, in tutto 10, ognuno dei quali ha un proprio contenitore che racconta, assieme alle materie prime delle bevande, un personaggio o un aneddoto legati alla cultura e alla letteratura campana.

Anthill unisce l’esperienza di mixology a quella gastronomica, dando la possibilità di scegliere tra decine di piatti in porzione ridotta, in stile tapas spagnoli, come tortillas di caviale e salmone, Tacos di genovese, ma anche O’ muss e gambero rosso, Paella, Frittatina alla carbonara, Pacchero ripieno al ragù.

Di Indira Fassioni 

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