© Ufficio stampa | Foto di Michele Tamasco
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Un ristorante che unisce radici profondamente catalane a una visione globale e si proietta in direzione dell’impegno sociale
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Barcellona: c’era una volta l’alta cucina spagnola, quella rivoluzionaria, destrutturatrice, figlia del progresso e della libertà. C’era appunto, perché quello stile che fece innamorare tutti oggi si è evoluto, è cambiato, evitando di scivolare nel divenire lo stereotipo di se stesso ed evolvendo in una versione più matura e concettuale, dove oltre alla ricerca dell’anima dell’alimento si mette al centro anche il suo significato. Dopo esserci entrati dentro con un grado di assoluto dettaglio, ora lo si guarda da lontano, cercando di contestualizzarlo nel mondo e dandogli il ruolo sociale che giustamente merita.
Collocato sulla centralissima ed elegante Passeig de Gràcia, nel cuore di Barcellona, il Moments è attuamente uno dei ristoranti più quotati di Spagna, riconosciuto con due stelle Michelin, oltre ad essere costantemente insignito di nuovi premi e menzioni. Il segreto di questo successo risiede in una cucina creativa, fresca e sana ispirata alla cultura culinaria catalana. Dietro ai fornelli troviamo un duo familiare composto dalla chef Carme Ruscalleda (celebre anche per essere la chef donna con il maggior numero di stelle al mondo; infatti i suoi ristoranti sparsi tra Spagna e Giappone ne contano ben 8 totali) affiancata dal figlio Raül Balam, a sua volta chef di fama e nome molto conosciuto in patria.
Gli interni del ristorante, adornati dai disegni esclusivi di Patricia Urquiola, si muovono tra sfumature dorate e ambrate, in un ristorante che vive proiettato in direzione della cucina a vista posta in fondo, vero e proprio punto catartico dove si può intuire perché questo ristorante sia reputato uno di quelli per il quali vale il viaggio. Ma ovviamente il motivo principale per il quale i golosi di tutto il mondo vengono qui è la proposta di cucina, sorprendente, innovativa ed impegnata. Ed è proprio di questa che ora vogliamo raccontarvi.
“Diecisiete”, il menù che sensibilizza
Diciassette punti, corrispondenti ad altrettante portate: questa la sfida del menù degustazione di Moments che mira a far conoscere L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Questo manifesto per punti dell’ONU infatti esprime un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. In questo modo viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Ad ogni punto di questo programma il ristorante catalano ha voluto dedicare un piatto, in modo da costringerci a riflettere e a imparare qualcosa di più sul mondo in cui viviamo, e quello verso cui stiamo andando. Troviamo dunque portate come “acqua pulita e sanificazione” ovvero un brodo preparato al momento che vuol far riflettere sulla difficoltà che ancora esiste nell’accesso all’acqua, oppure il pane artigianale ed ecologico dedicato all’obbiettivo “fame zero”, fino al “nessuna povertà” creato partendo da soli due ingredienti che sono stati alla base della dieta proteica dei poveri in Europa e non solo per secoli: fagioli e merluzzo.
Tra i piatti più provocatori troviamo “uguaglianza di genere” a base di uova, melanzane, banana: qui infatti si è voluto abbandonare la concezione binaria uomo/donna per tornare all’uovo (inteso come embrione), metafora di quando siamo tutto e niente al tempo stesso, mentre tra i dolci spiccano “partnership per gli obiettivi” rivisitazione del dolce tradizionale catalano “mel i mató” e i “vita sulla terra” a base di mango, barbabietola, carota.
Un menù che permette di dare uno sguardo a quello che speriamo sia il futuro, partendo dalle bellezze del passato, ma soprattutto dimostrandoci ancora una volta che il presente dell’alta cucina spagnola è un’incredibile certezza.
Di Indira Fassioni