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È autore del libro “D'un rocher à l'autre: itinéraire d'un chef” e guida la brigata del superbo ristorante “Le Blue Bay” nella meravigliosa cornice del “Monte-Carlo Bay”: il suo nome è Marcel Ravin. La sua cucina meticcia ha conquistato il riconoscimento più alto e più ambito, la stella Michelin, e ha ammaliato tutti con i suoi irresistibili mix di sapori, fra spezie ed erbe aromatiche. Le sue origini caraibiche gli permettono di studiare e creare piatti unici, dai tocchi francesi: proprio in Francia, infatti, Marcel Ravin si trasferì non ancora maggiorenne. Sul curriculum vanta esperienze in alcuni dei migliori ristoranti non solo francesi, ma anche delle Antille (dove la guida Gault-Millau lo premiò con la “chiave d'oro”, eleggendo il suo ristorante a migliore dell'isola) e del Belgio. Nel 2005 Marcel Ravin inaugura il Monte-Carlo Bay Hotel & Resort in qualità di executive chef: è un angolo di paradiso direttamente affacciato sul Mediterraneo, e dove lo chef riesce in qualche modo a ricordare le tradizioni culinarie della sua terra (o meglio, isola) natale: ecco allora che sorprende i suoi ospiti con abbinamenti che prendono spunto da stili gastronomici diversi. Non mancano mai nei suoi piatti, quindi, le spezie caraibiche, che garantiscono a tutte le preparazioni sapori non solo gustosi ma anche ricercati. Per assaporare la sua cucina meticcia, non servono volti intercontinentali, ma solo un viaggio nel Principato.
Qual è la prima cosa che fai al mattino quando ti alzi?
Fin dalle prime ore del mattino, ho sempre la testa piena di pensieri: cerco ispirazioni per nuove ricette, ispirazioni che possono nascere da qualsiasi spunto, che sia una conversazione con un ospite o un articolo letto su un giornale. Quindi appena mi sveglio inizio immediatamente a pensare a come trasformare queste intuizioni in nuovi piatti.
Quando inizia la tua giornata tipo e quando finisce?
Io mi sveglio sempre molto presto al mattino e dopo aver preparato la colazione per tutta la mia famiglia, vado al mio ristorante “Le Blue Bay” al Monte-Carlo Bay Hotel & Resort, dove inizio a dare un'occhiata alle verdure del mio orto, che si trova proprio fuori dall'hotel. Do sempre il massimo, insieme a tutta la mia brigata, per preparare i piatti migliori che sappiano soddisfare i palati dei miei ospiti. La mia giornata non termina finchè l'ultimo cliente non ha lasciato la sala.
Un ingrediente di cui non puoi fare a meno?
Io ho origini caraibiche e dunque non posso che menzionare il frutto della passione: ecco l'ingrediente di cui proprio non riesco a fare a meno. E anche la curcuma, che in creolo noi chiamiamo “mandja”: ho addirittura iniziato una collaborazione con un coltivatore di olive per produrre uno speciale olio alla curcuma. Ha riscosso un grande successo!
Qual è il primo piatto che ti ricordi di aver cucinato?
Ricordo precisamente il contesto: era un piatto che cucinai per mia madre, che era molto stanca alla fine del turno di lavoro. Io avevo 12 anni e volevo farle una sorpresa, così tentai la mia prima preparazione: pasta e prosciutto! Le mie sorelle e mio fratello approvarono, dissero che il piatto era molto buono, e mia madre fu incredibilmente fiera di me – e questo sicuramente fu per me un grande incoraggiamento per il futuro.
E quale ha avuto più successo?
Insieme alla mia brigata volevo mixare l'arte gastronomica italiana con lo stile francese e quello caraibico. Il piatto si chiama “Spaghetti di papaya verde con salsa alla carbonata e tartufo nero”, è molto speciale. Devo ammettere che all'inizio ero molto preoccupato di quello che gli italiani avrebbero detto, ma la paura è stata solo passeggera, perché anche i loro giudizi sono stati positivi, erano soddisfatti e io non potevo esserne più felice. Ecco perché lo considero il mio piatto di maggior successo.
Descrivi la tua cucina in tre aggettivi.
Colorata, creativa e multiculturale.
Se fossi un film, che film saresti?
Sarei “Bird” di Clint Eastwood, perchè è il film più emotive che abbia mai visto e credo aiuti a capire come siamo abituati a vedere noi stessi come il pericolo più grande.
Se fossi una canzone, che canzone saresti?
“Money for nothing” – Dire Straits. Alzo il volume al massimo quando la ascolto!
Qual è il giudice che temi di più?
Sicuramente i miei clienti, voglio sempre garantire loro il meglio e se non riesco a far provar loro un'emozione positiva, se non riesco a trasmettere la mia emozione positiva, mi sento mortificato.
Qual è il tuo ristorante preferito?
Si trova a Menton ed è il ristorante di Mauro Colagreco, il Mirazur.
Qual è un tuo difetto?
Sono estremamente esigente.
E un tuo pregio?
Ne dirò due: sono determinato e metto sempre tanta passione in tutto quello che faccio.
Cosa avresti fatto se non avessi fatto il cuoco?
Probabilmente l'architetto.
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