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Qual è la prima cosa che fai la mattina quando ti alzi?
Preparo la colazione per me, mia moglie e mio figlio. È un pasto davvero importante, perché è l'unico che riusciamo a fare tutti e tre insieme. In un certo senso ha lo stesso valore della cena per le famiglie tradizionali.
Quando inizia la tua giornata tipo e quando finisce?
Solitamente mi sveglio intorno alle otto e vado a dormire dopo mezzanotte.
Un ingrediente di cui non puoi fare a meno?
Senz'altro il cioccolato, in tutte le sue forme: dalla fava di cacao al cioccolato più raffinato.
Qual è il tuo piatto del cuore?
Non ho dubbi: la zuppa in crosta di tartufi di mare e tartufo bianco di Alba, di Claudio Sadler.
Descrivi la tua cucina in tre aggettivi.
Popolare, diretta e pulita. Tutti e tre esprimono un concetto fondamentale per la mia cucina: capire cosa c'è nel piatto. Va bene ricercare tocchi gourmet, ma il cliente deve avere la possibilità di capire a fondo il piatto, di sapere che cosa sta gustando. Per questo il concetto di popolare: capibile e apprezzabile anche da chi se ne intende meno.
Se fossi un film, che film saresti?
Forrest Gump, senza dubbio.
Se fossi una canzone, che canzone saresti?
Questa sì che è una bella domanda. Direi una qualsiasi canzone di De Gregori.
Qual è il tuo ristorante preferito?
Le Jardin Des Sens di Montpellier.
Qual è un tuo difetto?
Direi che sono troppo testardo.
E un tuo pregio?
Sono sempre sereno. Affronto tutto con molta calma e serenità. È una cosa che frutta molto anche in cucina. La tranquillità e il non doversi mai guardare le spalle aiuta molto in questo lavoro.
Cosa avresti fatto se non avessi fatto il cuoco?
Probabilmente sarei diventato architetto di interni o fotografo.
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Di Indira Fassioni per nerospinto.it
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