© Ufficio stampa | Trilogia di Tartare
© Ufficio stampa | Trilogia di Tartare
Novità assolute: una carta dei crudi e l’Aperitivo in darsena
© Ufficio stampa | Trilogia di Tartare
© Ufficio stampa | Trilogia di Tartare
Grande rilancio per Tino Jesolo, locale storico e il regno di Tino Vettorello, affacciato sulla foce del fiume Piave a pochi chilometri dal Golfo di Venezia. Tappa obbligata in Valdobbiadene per gli amanti dell’alta cucina, il ristorante si dedica ai piatti di mare della tradizione veneta.
La location è caratterizzata da un ambiente elegante, con una terrazza sul mare per goderne la vista; moderno e ricercato, abituato a ricevere le celebrità della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, evento di cui da 14 anni Vettorello cura la ristorazione. «Il mio Tino Jesolo è di tutti – afferma lo chef trevigiano – Da coloro che attraccano allo Yachting Club a chi ama trascorrere le vacanze nella Riviera veneziana. Anche quest’anno la carta propone quanto di meglio offerto dal mare e della terra che ci ospitano, senza però disdegnare le altre eccellenze del nostro territorio e dei Paesi stranieri affacciati sull’Adriatico».
Protagonista indiscussa delle ricette di Vettorello è la materia prima, sempre di primordine e quasi esclusivamente locale, con il pescato del mercato, le verdure degli orti del Cavallino (parco turistico tra la terra e il mare dove famiglie di agricoltori coltivano ortaggi dal sapore unico), le ostriche rosa del delta del Po, le capesante e i fasolari della Laguna, e il caviale italiano Giaveri da storioni allevati a San Bartolomeo di Breda (Treviso). Ai prodotti a chilometro zero, si aggiungono i gamberi rossi siciliani, le mazzancolle di Fano, gli scampi croati e i branzini di vallicoltura provenienti dall’azienda Valle del Lovo, nella laguna di Marano.
A dominare il menù di Tino Jesolo sono i crudi di mare: «Sin dalla prima apertura del ristorante, il crudo è stato tra le scelte preferite degli ospiti – spiega Vettorello – Questo ci ha portato a privilegiare quest’offerta per la carta 2024, scegliendo di distinguerci nella selezione della materia prima per regalare un’esplosione di gusto». Il Gran Crudo, monumentale alzata di crudité che nulla ha da invidiare ai più rinomati Plateau Royal francesi, è accompagnato nella carta da altre due degustazioni, oltre a un’offerta di tartare e di 5 tipologie di ostriche tra cui quelle autoctone di Caorle e quelle rosa del delta del Po.
Non mancano ricette tipiche come il Pescato del giorno al forno, il Branzino al sale, il Baccalà dorato e il Gran fritto dell’Adriatico con contorno di verdure del territorio. Sempre presente nella lista anche il granchio blu, una proposta di Tino Vettorello già in epoca pre “invasione”. Il clou del menù caldo è dedicato ai classici intramontabili della tradizione: Arcobaleno di bolliti con seppia, piovra, latticini (uova di seppia), moscardini, gambero, capesante, canestrelli locali, e il maestoso “Gransoporo” (granciporro).
Altro piatto immancabile, simbolo della cucina veneta, è il baccalà mantecato, mentre fra i primi spiccano lo spaghetto all’astice o alla busera di scampi e lo spaghetto freddo preparato con il granchio blu. Tornano anche due specialità dall’impronta esotica, originariamente dedicati a due star internazionali e diventati in seguito un must della cucina di Vettorello: il Nero di Penelope Cruz (spaghetti al nero con gamberi rossi, aria di bisque e uova di salmone) e il Rombo alla Clooney con arancia, limone e salicornia.
Altra grande novità che animerà la stagione di Tino Jesolo, infine, è l’istituzione dell’Aperitivo: «Un appuntamento che vorremmo diventasse una consuetudine in una location ideale per essere accompagnato da una proposta di crudo di mare come quella che abbiamo studiato».
Di Indira Fassioni