© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
Cartoline d'epoca e francobolli gratis: il ristorante più antico di Firenze fa innamorare i turisti con una singolare iniziativa
© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
Se un tempo le cartoline erano il mezzo perfetto per condividere pensieri ed esperienze con amici e parenti lontani, con l'avvento dei social media, dei selfie e di Instagram sembrano essersi eclissate, dimenticate. Tuttavia, c'è un luogo magico nel cuore di Firenze che sta cercando di riportare in auge le cartoline: il ristorante "Paoli" in via dei Tavolini.
I proprietari di questo storico ristorante hanno deciso di stupire la loro clientela, composta principalmente da turisti provenienti da ogni angolo del mondo. Il ristorante "Paoli" ha deciso di regalare ai suoi ospiti stampe d'epoca che ritraggono la città del David e i suoi luoghi più suggestivi, offrendo loro in omaggio anche il francobollo per affrancarle. Gli imprenditori hanno posizionato una cassetta delle lettere proprio all'esterno del ristorante, semplificando così l'operazione di scrittura e spedizione delle preziose cartoline.
Ma come mai questa iniziativa? “L'idea ci è venuta quando abbiamo ritrovato antiche cartoline che raffiguravano il ristorante (il più antico di Firenze, dal momento che ha aperto i battenti nel 1827 e da allora non ha mai interrotto l'attività), e abbiamo pensato che forse anche nell'era degli smartphone potesse esserci un angolo per questi oggetti: il nostro obiettivo era quello di aiutare le persone a ricominciare a scrivere a mano, a riscoprire il gusto di lasciare un messaggio attraverso un canale 'antico'.” spiegano i proprietari del ristorante “Paoli”. “Abbiamo notato come tante persone, italiani e stranieri, abbiano perso la capacità di una scrittura immaginifica. Allo stesso modo, tanti hanno dimenticato il piacere di raccontare un'esperienza con parole e idee personali, senza ricorrere a filtri social”.
Il “Paoli”, tra firme illustri e ricette originali
Si possono contare sulle dita di una mano i locali che hanno aperto i battenti prima dell’Unità d’Italia, ma ancora meno sono quelli che, nonostante le avversità, mantengono la stessa sede e l'attività ininterrotta nel corso dei decenni, resistendo all'alluvione del '66 e persino alle guerre mondiali. E in questa cerchia ristretta di eccellenza, il ristorante Paoli brilla come una rarità. Per comprendere appieno la sua importanza, basta dare uno sguardo alla mappa di Firenze del 1843: via dei Tavolini, dove sorge il ristorante, viene indicata come il centro geometrico della città in quell'epoca. Fondato nel 1827 da Pietro Paoli nel quartiere dei Lanaioli (la via prende il nome dai tavolini su cui venivano esposte le merci), il locale aveva originariamente la vocazione di una modesta pizzicheria.
Tuttavia, a seguito delle richieste sempre più numerose dei clienti, si trasformò dapprima in una gastronomia e successivamente in un ristorante. Attraverso i secoli, il ristorante Paoli è stato tramandato di generazione in generazione dalla stessa famiglia, fino all'inizio del Novecento, quando passò nelle mani di Cesare Paoli. Più recentemente, il gruppo imprenditoriale fiorentino che gestisce la Trattoria dall'Oste ha acquisito il ristorante, desideroso di ridare vita ai fasti del passato.
Questa struttura storica, che ha sempre attirato residenti e turisti per la sua cucina di alta qualità e l'atmosfera unica che evoca il Trecento fiorentino, fa ora parte dell'élite dei locali storici d'Italia. Non sorprende affatto, infatti, che varcando la soglia del ristorante Paoli si venga catapultati indietro nel tempo. Qui, tra panche in legno, stemmi araldici dei Comuni toscani e antichi motti scritti sulle pareti adornate da dipinti murali, si respira l'aria del Decameron. A conferma di ciò, opere d'arte raffiguranti episodi tratti dalle novelle del capolavoro di Boccaccio si affiancano alle vedute di Firenze del Trecento.
Ma non è solo l'ambientazione a rendere il ristorante Paoli straordinario. Gli stessi titolari hanno saputo preservare un'antica tradizione: il "libro degli ospiti". Seguendo l'usanza dell'epoca, i commensali avevano l'opportunità di lasciare la propria firma, un ricordo, un aneddoto o una testimonianza del loro passaggio. Oltre alle circa duecento firme che attestano la visita di alcune delle personalità più illustri degli ultimi due secoli, dal celebre Carlo Collodi in poi, nel libro degli ospiti sono state ritrovate anche alcune ricette datate 1827. Questi antichi tesori culinari, come i "fagioli con la sorra" accompagnati dalla bottarga o dal caviale, sono stati riportati alla luce grazie a un attento lavoro di ricerca.
“Se una volta nei messaggi gli ospiti si dilungavano nei loro scritti, e non era inusuale trovare anche disegni e schizzi – raccontano gli imprenditori – oggi al massimo si lascia una firma, un complimento e poco più”. Da qui l'idea di rinverdire i fasti del passato coinvolgendo le scuole d'arte e invitando i giovani talenti a lasciare un segno dopo aver offerto loro il pranzo: “Abbiamo fatto un accordo con gli istituti d'arte per cui gli studenti vengono al ristorante, mangiano ed esprimono le proprie impressioni sul libro degli ospiti”.
Di Indira Fassioni