CIBO COME IDENTITA’

Ristorazione d’hotel: internazionale, sostenibile e a Km 0

Qualità degli ingredienti e attenzione alla sostenibilità per godere dell’essenza della terra dove ci troviamo con piatti tipici e ricette uniche

10 Ott 2022 - 07:00
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© Ufficio stampa  | MO Lounge Chinese Egg Noodle Soup
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C’è chi la vede come una semplice commodity, chi come una parte integrante del viaggio, chi come il motivo stesso per il quale intraprenderlo. È la ristorazione d’hotel, piena di piccoli rituali e di grandi soddisfazioni, capace di farci sentire a casa con i più amati comfort foods oppure di farci assaporare l’essenza della terra dove ci troviamo con piatti tipici e ricette uniche. Nel mondo globalizzato infatti la standardizzazione dell’offerta ristorativa non è più il trend, anzi, i viaggiatori più esigenti scelgono attentamente il proprio ristorante basandosi su quello che cercano, e non solo su quello che è facilmente reperibile. La nuova normalità dei grandi hotel propone oggi ai viaggiatori esperienze sempre più complesse ed interessanti, e per capirne di più su come la proposta internazionale si stia evolvendo siamo stati a visitare il Lounge Bar di una delle città più progredite al mondo, New York, per capire come si è evoluta l’offerta e cosa va di moda nella Grande Mela.

Il MO Lounge si trova in una posizione invidiabile, incastonato a più di 85 metri sopra il livello del suolo, sovrastando la città da uno dei punti più famosi, ovvero Columbus Circle, sull’angolo sud di Central Park. Nato ovviamente per accogliere gli ospiti delle 244 camere e suite del bellissimo hotel inaugurato nel 2003, e che tra le altre cose offre un’immensa Spa e addirittura una piscina olimpionica nel centro città, oggi questo bar è amatissimo anche dai Newyorkers e dai turisti, che si affrettano a prenotare un tavolo qui quando pianificano il viaggio così come si prenotano i biglietti per un museo.

Ma a cosa si deve dunque il successo di questo bistrot e bar d’hotel, e cosa si può esportare della sua formula vincente? Certamente la vista della città dal 35° piano è unica ed irripetibile, con lo skyline di Manhattan che si incendia al tramonto e il verde di Central Park che sfuma nel color petrolio con il calar della notte, ma altri elementi sono invece ben replicabili. La proposta è incentrata su un una cucina americana contemporanea, che non teme di mischiarsi con i più grandi successi della cucina internazionale (d’altronde lo si sa, da sempre la forza degli Stati Uniti è stata la capacità di assimilare il meglio di tutte le culture, rendendolo parte di un melting pot culturale unico) , ma soprattutto tutta la carta si caratterizza non solo per la qualità degli ingredienti ma anche per la loro sostenibilità. Da questo punto di vista ne è un piatto esemplare quello composto dalle verdure freschissime e a km 0 di Union Square Market servite in accompagnamento con il celebre pane indiano Naan.

Ma è sui piatti principali che si capisce al meglio come la proposta di un grande hotel deve saper essere in grado di accontentare tutti, unendo grandi classici come il chicken club sandwich (arricchito con un tocco di Avocado) oppure l’Hamburger a i più amati piatti della cucina internazionale come la francese Croque Monsieur servita con il pregiato salmone affumicato delle vicine  Catskills, oppure ancora gli italianissimi Risotto ai Funghi e la pasta fatta in casa,  o l’asiatica “chinese egg noodle soup”, una zuppa in cui pollo, gamberi e maiale si incontrano. Il cliente deve essere sempre coccolato con ricette da lui ben conosciute ed amate, ma al contempo è sempre importante selezionare i migliori fornitori locali per poter rendere l’esperienza autentica e soprattutto sostenibile. Tanto nel piatto quanto nel bicchiere! Infatti, tra i calici più interessanti da provare alla carta troviamo il riesling di DeLille Cellars white bluffs, proveniente dallo stato di Washington, o la bollicina Gran Moraine, un rose methode champenoise prodotto in Oregon. Curiosamente in carta c’è anche un altro vino americano, ma questa volta analcolico, ovvero il Gewurztraminer & Pinot Noir della californiana Navarro Vineyards.

Arrivando ad un altro menù tipicamente identitario dei bar d’hotel, quello dei cocktail (molti dei migliori cocktail bar del mondo, è risaputo, sono proprio nelle strutture alberghiere), il MO Lounge offre molti signature oltre ad i più amati tra i classici. Tra questi da sottolineare il “A walk in the park” a base di Gin, tonica cetriolo e sambuco, il "Margarita Paulina” con Mezcal, mango e basilico, ma soprattutto il M.O. Fashioned con bourbon infuso al lapsang souchong, acero e arancia.

Di Indira Fassioni

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