IL BELLO E IL BUONO

Ristoriamoci al museo

Luoghi di bellezza dove coccolare il palato, curare la sindrome di Stendhal e dare continuità al piacere

30 Gen 2019 - 16:43
 © ufficio-stampa

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Musei e bistrot. Un binomio che ci piace e che sta facendo tendenza. Per vivere, perché no, i musei e le mostre in maniera diversa. O forse il contrario. Per goderci un momento di pausa e di relax – a colazione, a pranzo o per l’aperitivo – diverso dal solito, circondati dal profumo dell’arte. E Milano, lo sappiamo, non è certamente immune al fascino delle tendenze soprattutto quando si parla di cibo. Per questo motivo abbiamo selezionato cinque caffè e ristoranti meneghini dove poter trascorrere qualche ora in compagnia di un libro o di un amico, e di un buon caffè, un tè, un dolcino o un buon piatto.

Caffè Fernanda – Pinacoteca di Brera
È l’ultima novità milanese in fatto di ristorazione nei musei. Con Caffè Fernanda, finalmente anche la Pinacoteca di Brera ha la sua caffetteria. Aperta lo scorso ottobre e fortemente voluta dal direttore James Bradburne, il caffè è dedicato a Fernanda Wittgens, prima direttrice donna di un museo in tutta Italia, che durante la guerra ne ebbe le redini, si sviluppa al primo piano ed è pensata come parte integrante del percorso museale all’interno del nuovo allestimento delle 38 sale. Elegante, raffinata e perfettamente in linea con il luogo dove si trova, Caffè Fernanda ha evidentemente un animo da caffetteria di lusso (al quale si aggiunge una parte mixology da scoprire): pochi tavoli, un lungo bancone stile anni ‘50, dettagli oro e tinte rosa antico su uno sfondo color ottanio impreziosito da grandi opere d’arte. In arrivo anche il servizio cucina.
Via Brera, 28

LùBar – GAM
Da un’ape Piaggio alla stazione Centrale di Milano alla settecentesca Villa Reale di via Palestro. Dove c’è la Galleria d’Arte Moderna, con il portico sud, un tempo porticato di transito per le carrozze e limonaia, e ora recuperato come giardino d'inverno che gioca sulle trasparenze delle grandi vetrate e sui materiali originali del '700. Proprio qui ci sono i tavolini del locale che i fratelli Bonaccorsi, dopo tre anni di arancini on the road, hanno scelto come dimora fissa. Una dimora, sofisticata e scenografica, che rievoca l’atmosfera di una limonaia e con uno spirito naturalmente e rigorosamente siciliano, coerente con la loro filosofia, quella dello slow street food. Ecco quindi gli arancini, proposti al ragù ma anche rivisitati con carciofi e speck, gamberetti e pistacchio di Bronte o alla norma, i cannoli di ricotta fresca, le granite alla frutta e il latte di mandorla. Da bere in accompagnamento al salato, ovviamente, birre e vini dell'isola. È aperta da mattina a sera.
Via Palestro, 16

Bar Luce – Fondazione Prada
Bar Luce è il risultato di una collaborazione tutta particolare, quella della Fondazione Prada con Wes Anderson, il regista americano celebrato dal cinema hollywoodiano per tanti successi inanellati negli ultimi anni, da I Tenenbaum a Grand Budapest Hotel. Situato nell’edificio d’entrata, Bar Luce omaggia l’atmosfera dei tipici caffè della vecchia Milano, dalla decorazione del soffitto e delle pareti – che si ispira alla Galleria Vittorio Emanuele – all’arredo interno dal gusto retrò, che celebra il cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta. Tra strutture in acciaio a vista, ampie vetrate, tavoli e sedie in formica dai colori pastello, pannelli in legno impiallacciato, vecchi biliardini e un grande bancone in stile, il bar propone un’offerta trasversale per tutta la giornata, dalla colazione (con i dolci della pasticceria Marchesi) al pranzo veloce (con salumi, formaggi, sott’oli e sfizi in barattolo), fino all’aperitivo.
Largo Isarco, 2

VOCE Aimo e Nadia - Gallerie d’Italia
Voce è l’ultima creatura della famiglia di Aimo e Nadia Moroni, che a Milano sono conosciutissimi da oltre 50 anni per il loro storico ristorante “Il luogo di Aimo e Nadia”. Questa volta siamo all’interno del Museo delle Gallerie d’Italia, in un luogo che è caffetteria (sempre aperta), ristorante (di stampo gourmet) e anche libreria (con cataloghi delle mostre di Gallerie d’Italia e testi dedicati all’arte). Fabio Pisani e Alessandro Negrini, eredi dei coniugi Moroni, portano la loro visione della cucina italiana intrecciandola con la ricca proposta artistica del museo. Il menu nasce dal forte legame con il territorio e dalla stretta relazione con i tanti produttori della nostra penisola. Così anche la carta dei vini, che riserva ampio spazio alla produzione vitivinicola italiana con aziende giovani, piccole realtà e grandi produttori internazionali. Potete quindi scegliere tra un caffè o un aperitivo, un’insalata o un piatto dello chef, o ancora una delle focacce preparate con farine di segale, cereali antichi e grani duri italiani macinati a pietra.
Piazza della Scala, 6

Bistrot BARTOLINI – MUDEC
Situato nel design district di via Tortona, al terzo piano del MUDEC – Museo delle Culture, Bistrot Bartolini non è affatto un semplice bistrot. Al suo timone c’è infatti Enrico Bartolini, classe 1979, originario di Castelmartini (in Toscana) e unico chef nella storia della Guida Michelin ad aver conquistato quattro stelle in un sol colpo, due delle quali proprio qui. In perfetta sintonia con quella che è la sua filosofia di cucina, che ha nella sperimentazione e nella ricerca i suoi capisaldi, il bistrot si caratterizza per l’ambiente intimo ed elegante, esaltato da toni caldi e naturali e da sedute e divani dalle linee fluide e avvolgenti. In carta, piatti che sono un viaggio nella cultura gastronomica più raffinata, dal menù degustazioneBe Contemporary” al menùBe Classic”, con i grandi classici firmati dallo chef, senza dimenticare le novità stagionali e le creazioni più originali, crocevia di sapori, mondi e tradizioni.
Via Tortona, 56

Di Indira Fassioni       www.nerospinto.it

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