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Jägermeister, il liquore verde della Germania

05 Dic 2016 - 14:08
 © ufficio-stampa

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È un nome ben noto anche a chi delle bevande alcoliche non tollera nemmeno l'odore, lo conoscono i giovani e chi giovane è stato, lo si può chiamare per intero o abbreviare: Jägermeister. Il liquore creato dal mix di 56 erbe più famoso del mondo (e non sono supposizioni: la rinomata testata di settore trade-beverage, Impact International, lo posiziona all'ottavo posto nelle classifiche di vendita tra i marchi di premium spirit internazionali) ha ormai spento ben più di 80 candeline.

Fu il figlio di Wilhelm Mast, Curt, a Wolfenbüttel (nel cuore della Germania) a perfezionare la ricetta che oggi dà al liquore quel sapore inconfondibile. E se ad occhi chiusi chiunque saprebbe riconoscere in maniera distinta il gusto dello Jägermeister, non si può non aggiungere che ad occhi aperti, invece, tutti saprebbero distinguere in mezzo ad altre mille la leggendaria bottiglia verde.

Per far rivivere la sua lunga tradizione e per far risaltare le sue caratteristiche di prodotto premium e il suo processo produttivo, il liquore tedesco ha deciso di rinnovare non solo la forma della sua bottiglia, ma anche il suo logo, optando per un design contemporaneo. L'etichetta torna così a raccontare le origini del brand Jägermeister, che si propone così di narrare la propria storia trasmettendo non solo passione, ma anche cura per il dettaglio e alta qualità del prodotto.

Il cambiamento più evidente, il primo che salta all'occhio e che colpisce subito l'amante del celeberrimo liquore è la nuova forma della bottiglia, le cui spalle si trasformano, assumendo un aspetto molto più mascolino. Ma non è finita qui: cambia anche il tappo, infatti, dove viene mostrata la firma del creatore del marchio Curt Mast. Gli osservatori più attenti, infine, potranno notare le modifiche apportate alla storica etichetta caratterizzata dall'immagine del cervo: l'animale si fa più realistico e il nome “Jägermeister” acquista profondità e dinamismo grazie all'utilizzo del grassetto. Il rinomato cervo fu in origine (e più precisamente nel 1935) scelto per omaggiare il mondo della caccia (l'etichetta stessa riporta una antica poesia di Oskar Von Riesenthal dedicata ai cacciatori) e deve la sua fama al terribile cacciatore senza scrupoli Sant'Uberto, il quale cambiò completamente vita il giorno in cui un cervo bianco con un crocifisso fra le corna gli si presentò di fronte nella foresta. Ecco allora che Uberto divenne un missionario completamente al servizio della Chiesa.

Invariata rimane invece (e per fortuna) la ricetta: 56 sono le varietà di pregiate erbe, in aggiunta a radici, frutti e spezie provenienti da tutto il mondo, mentre 383 sono gli scrupolosi controlli che subiscono le botti in quercia nelle cantine di Wolfenbüttel prima dell'imbottigliamento finale. E prima dell'imbottigliamento, inoltre, la base viene arricchita con acqua pura, alcol, zucchero caramellato e zucchero liquido. Il risultato è una qualità senza pari, oggi proprio come tanti anni fa. La regola da ricordare è una sola: lo Jägermeister va bevuto rigorosamente ghiacciato per poter riconoscere le tracce di agrumi, zenzero e anice stellata, con una leggera nota amara erbacea.

Per rendere il marchio sempre più coinvolgente, infine, Jägermeister attua da anni strategie di marketing innovative: è presente ai festival, ai concerti, fa capolino nei bar e non si lascia sfuggire nemmeno una festa, nemmeno un evento.

E noi non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di fare un video.

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