Il ristorante InGalera è l'ultimo traguardo di un progetto formativo avviato quando, più di 10 anni fa, la cooperativa ABC La Sapienza in Tavola ha cominciato a far lavorare i detenuti per servizi di catering.
Si è quindi rafforzato con il supporto dell'Istituto alberghiero Paolo Frisi, di Fondazione Cariplo, del Ministero della Giustizia, del PwC (network di servizi di revisione e consulenza legale e fiscale) e della Fondazione Peppino Vismara, inaugurando così un ristorante aperto al pubblico esterno all'interno della Casa di Reclusione di Bollate, attualmente diretto da Massimo Parisi.
Silvia Polleri è la responsabile della cooperativa ABC che ha assunto il personale -sette in tutto fra 90 candidati- al quale si aggiungono le hostess e quattro tirocinanti-detenuti dell'Istituto Frisi.
Requisito fondamentale: nessuna dipendenza da alcol, droga e psicofarmaci.
Lo stipendio si aggirerà tra i 600 e i 1200 euro mensili in base al ruolo svolto.
Solo lo chef, Ivan Manzo, e il maître, Massimo Sestito, sono professionisti esterni: a loro spetta il compito di gestire i cinquantadue coperti in sala, per assicurare, tutti i giorni ad eccezione della Domenica, il servizio del pranzo -più informale, con formula “quick lunch”- e quello della cena, dove si mangia alla carta.
I detenuti, invece, impegnati tra sala e cucina come aiuti, lavapiatti e camerieri, hanno già scontato un terzo della pena e quindi hanno diritto al regime vigilato dell'art. 21 dell'ordinamento penitenziario, quello che offre loro la possibilità di uscire dal carcere per lavorare.
Ci auguriamo che questo progetto, per ora unico in Italia, possa presto avere i suoi seguaci e sia un modello non solo per il nostro sistema penitenziario ma ogni volta in cui si parli di investire nel futuro.